Suore e puttane

di Concita De Gregorio, l’Unità, 8 febbraio 2011

Nel disperato e spaventato tentativo di far sembrare la manifestazione di domenica prossima una piccola cosa, una cosa di donne, sono scese in campo le truppe da combattimento dei sostenitori e dei fiancheggiatori dell’Arcore style. Quelli che, a partire dall’anziano Ostellino, spiegano che ogni donna è seduta sulla sua fortuna dunque che male c’è, è sempre andata così, l’Italia in fondo è veramente un bordello abbiamo letto di nuovo ieri sul Corriere.

I più raffinati, per così dire, schierano donne a denigrare altre donne nel tentativo di scatenare quella che, se solo si scatenasse, chiamerebbero entusiasti una rissa da pollaio. Il sottotesto, il retropensiero divertito di chi manda in tv e mette in prima pagina le Santanchè da combattimento è il seguente: ecco, guardate, donne contro donne. Come se le donne non rispondessero alle categorie di ogni essere umano e non ce ne fossero di ladre e di oneste, di servili e di libere, di capaci e di inette. Gli argomenti più in voga, per denigrare chi crede che le donne siano capaci per prime di reagire al “sistema” piuttosto che adattarvisi, sono i seguenti: sono femministe, moraliste. Predicavano il libero amore ora si atteggiano a suore. Le brave ragazze contro le prostitute, le madri contro le puttane, il mondo diviso in Maria e Maddalena così come i libri sacri ci insegnano, come gli uomini in fondo desiderano. Le puttane per strada offendono il decoro urbano, in villa sono accompagnate dagli autisti.

Il femminismo e il moralismo non c’entrano: molte suore hanno firmato il nostro appello e parecchie prostitute, preti e libertini come se aveste la pazienza di leggerci capireste. Ammesso che l’obiettivo sia capire, naturalmente.

Carla Corso, una donna di 65 anni che è stata ed è leader del comitato per i diritti civili delle prostitute, ci racconta oggi perché aderisce alla manifestazione. Dice, a un certo punto: “Noi eravamo in lotta contro il mondo, volevamo rompere l’ipocrisia, queste ragazze non sono contro ma sono funzionali al sistema”. Il femminismo è stato un movimento politico portatore di diritti. Le ragazze che negli anni Settanta non erano nate, quelle che come me andavano alle elementari non hanno combattuto quella battaglia: ne hanno goduto i frutti. Ma i diritti non sono dati per sempre, vanno difesi: con la cultura, con la consapevolezza.

Scrivevo anni fa le storie vere di Dalia, la ragazzina dell’Est venduta dalla nonna a 12 anni, di Cristina, la studentessa che fiera di farlo rivendica il suo diritto a fare la puttana. La libertà consiste nel darsi il destino che si vuole. Credo che il “sistema” di cui parla Lele Mora e che da decenni è un modello di referimento per generazioni di ragazze – quelle sulle copertine dei rotocalchi, in tv – proponga come strada per la realizzazione di sé una libertà condizionata alla sottomissione. Un mondo di cortigiane, dice Carla Corso. Il problema non è mai chi vende, è chi compra. L’amore è gratis, si può fare in quanti e come si vuole. Anche vendersi è lecito. E’ l’acquisto all’ingrosso, della società intera, che fa schifo. In specie se si comprano adolescenti: che siano consenzienti, e i loro padri con loro, non migliora. Peggiora piuttosto la responsabilità di chi dovrebbe indicare altri orizzonti e non lo fa. Di chi cavalca la sua privata debolezza spacciandola per legge di vita.

 

 


17 commenti on “Suore e puttane”

  1. Martina Veraldi ha detto:

    talmente vero!

    • rosanna ha detto:

      Intanto libertà è anche poter dire quello che ciascuna donna pensa.
      la propria opinione viene dopo una formazione. Voglio dire che oggi è più facile scendere in piazza piuttosto che discutere dei fondamenti della libertà. Vorrei chiedere alle donne ma anche agli uomini dove poggiano la loro libertà? Su quali fondamenti.

      • rosanna ha detto:

        anche per la dignità, non posso ricercare che qualcuno riconosca la mia dignità di donna o di uomo, la dignità di persona è intrinseca in me. Anche sulla dignità chiedo su quali fondamenti si poggia?

  2. elisa ha detto:

    Grazie Concita hai espresso dei concetti meravigliosi!

  3. filomena ha detto:

    Sono una sessantottina. Sebbene delusa nel corso degli anni, non avrei mai pensato però, che le battaglie che abbiamo combattuto, venissero annullate da questo schifo.

  4. Erica Petrillo ha detto:

    Vorrei segnalare questo articolo http://www.sintesi.it/dossier/scacco-alla-regina/ sul tema donne, lavoro, società e potere in Italia: molto interessante, lo consiglio!

  5. Gian pietro ha detto:

    sono un uomo e penso che le differenze siano tra le persone e non tra uomo e donna, partecipo alla manifestazione di domenica perchè credo che il valore dela dignità, o il disvalore della prostituzione fisica o culturale riguarda tutti noi

  6. christine ha detto:

    La libertà sessuale per la quale abbiamo tanto combattuto in passato non significava sesso a pagamento. Al contrario. Significava che il corpo della donna non era più un oggetto da possedere o da comprare, ma apparteneva a lei, che lei poteva godersela come voleva, non in cambio di qualche ricompenso, ma liberamente.

    Richiediamo di nuovo oggi, questa stessa libertà.

  7. Mamma Full Time ha detto:

    Cara Concita, in questa tua frase: <> trovo ci sia riassunta tutta la triste realtà che abbiamo davanti. Qui non è più soltanto una questione privata, etica, morale, politica. Qui si sta parlando di un abbrutimento culturale che soffoca qualsiasi spinta al miglioramento. Qui si parla di intere generazioni che non riusciamo più a gestire, a controllare, e non basta più controllare o spegnere la TV. Perché ormai si giustifica il marcio a tutti i livelli sociali. Noi Mamme non riusciamo più ad educare i nostri figli, figli ai quali la società insegna che prostituirsi (e non soltanto fisicamente!) è la strada più breve per il successo, laddove per successo intendo “compimento di un progetto di vita” e non la fama (sebbene anch’essa sia ormai il chiodo fisso delle nuove generazioni). Se mi guardo intorno, devo ammetterlo, sono più quelli che anche nella loro quotidianità si comportano come il nostro illustre premier, senza avere la stessa eco, ma lasciandosi andare in relazioni che distruggono famiglie e declassano la specie umana. Quando tutti pubblicamente ci lamentiamo di Berlusconi ma nel privato non siamo disposti ad ammettere lo schifo di cui ci rendiamo complici, allora in quel preciso istante mi viene da pensare che questo Paese è perfettamente rappresentato da quel nano lì. Perché nel nostro privato (come nel pubblico di quasi tutti quelli che ci lavorano) io vedo solo tante insignificanti fotocopie sue. Triste doverlo ammettere. Ma per quanto noi si stia lì a manifestare, siamo sempre una minoranza rispetto ai furboni e ai furbetti del quartierino. Basti pensare al fenomeno del bullismo tra i giovani ed i giovanissimi. La maggior parte dei quali hanno genitori che si dividono tra “chi? mio figlio? non lo farebbe mai!” e “fa bene, solo così otterrà ciò che vuole dalla vita”. Io alla manifestazione ci sarò. Ma sono certa che le cose non cambieranno affatto. Perché infondo alla maggioranza stanno bene così. Per una Ruby che da scandalo, ci sono decine di ragazzine mezze nude che si prostituiscono per molto meno. Ovunque.

  8. Mirto ha detto:

    Credo che il pensiero sia libero così come dovrebbe essere libera la società da questi modelli sterili e maschilisti che ci propongono i media come unica alternativa. Esiste però un’alternativa reale e sono le donne ad indicarci come ritrovare la libertà. Uomini, seguiamo il movimento, spesso il cambiamento è positivo, soprattutto quando segue il cuore e la mente.
    Domani come oggi ci sarò anch’io a sostenere la dignità delle donne!

  9. lisi toso ha detto:

    Credo che la manifestazione di domani nasca perchè la “misura e colma”, perchè il ciarpame senza pudore che circonda Berlusconi è stata la goccia finale. Nasce dall’indignazione delle donne ma le trascende: non si può più guardare questo degrado in silenzio senza sentirsi complici del bordello in cui donne-a-sua-disposizione sono la punta di un sommerso senza vergogna ne rispetto non solo per la donna ma per tutti i cittadini e per l’Italia stessa. Forse non condivido appieno le motivazioni dell’organizzazione di questa manifestazione ma di sicuro concordo con l’intenzione: se non ora quando?

  10. Elena ha detto:

    Sono una trentenne come tante, laureata a pieni voti con un lavoro a tempo indeterminato (una fortuna al giorno d’oggi). Lavoro per un’azienda in cui tra consiglieri e revisori dei conti ci sono tutti uomini (12), ho partecipato ad un concorso per nuove idee imprenditoriali e dei 43 progetti iniziali presentati solo 3 erano di donne. Credo che noi donne dobbiamo “svegliarci”, cominciare a fare squadra, non per avere potere, per migliorare il mondo in cui viviamo… collaborando con gli uomini alla pari. Ho letto commenti di donne per cui andare in piazza è anacronistico, io credo invece che sia un momento importante dove far sentire forte e chiara la nostra voce!

  11. fishcanfly ha detto:

    Esprimo la mia condivisione su questo tema! Consiglio gi leggere questo articolo.
    http://vongolemerluzzi.wordpress.com/2011/02/06/mutilazioni/
    Ben pochi sanno che il 6 febbraio è stata la giornata mondiale contro le mutilazioni genitali femminili. Ma quello che mi chiedo è: può essere questa una forma di mutilazione?
    Credo che per quelle come queste, interiori, non c’è davvero protesi…

  12. elisabetta ha detto:

    Veramente io sono andata alla “festa” a piazza del popolo a titolo personale in quanto donna. Non mi ha mandata nessuno. Se posso far parte del comitato organizzativo mi potete informare. Un salutone grande ciao Elisabetta

  13. Gabriella ha detto:

    Grazie, Concita! Sono una femminista degli anni ’70 e non mi pare possibile che 40 anni dopo le nostre lotte si sia arrivati a questo! Chi ci accusa di “puritanesimo” non ha capito niente della libertà sessuale che era la nostra bandiera e che non tradiamo certo adesso… Noi ne facevamo una questione di autodeterminazione, di parità, di rispetto, di dignità, volevamo la donna-soggetto, non oggetto! Ma forse la giornata di ieri ci permette di tornare a sperare

  14. summerfugl ha detto:

    sono stata alla manifestazione di ieri a Roma e mi sono emozionata nel vedere tante persone così doverse eppure unite dallo stesso desiderio: vedere rispettata la propria dignità. E allora, sinceramente, non ho capito perchè abbiamo fatto intervenire la rappresentante delle prostitute! chi fa questo mestiere, chi lo sceglie come professione offende profondamente la propria dignità e quella di tutte le donne. Altro è chi è costretta…. E poi… è legale??? come può essere legale il mercimonio del proprio corpo? Tra l’altro guadagnano fior fior di quattrini, altro che! Pubblicizzando e leggittimando la prostituzione offendiamo tantissime donne, la maggior parte per fortuna, che si spaccano la schiena dalla mattina alla sera per portare a casa uno stipendio e badare alla famiglia. Finchè le donne continueranno a vendere se stesse ci saranno Ruby e Berlusconi,e troppe contraddizioni!!!!

  15. mariagrazia ha detto:

    la manifestazione l’ho vista da casa su rai news ma la gioia che ho provato ieri è indescrivibile , vedere tutte quelle donne battersi x la loro dignità non so cosa avrei dato x essere lì con loro, ho ascoltato delle belle parole che mi hanno fatto capire che tutto non è perduto possiamo farcela a cambiare questo “ciarpame” vi ringrazio di cuore


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