L’ITALIA SOTTO LE MACERIE – di Sara Ventroni

In queste ore è difficile separare la rabbia dalla commozione.
Le quattro donne sepolte sotto le macerie mentre lavoravano in nero, per 4 euro all’ora, avevano la mia età.
Donne che come altri milioni di donne lavoravano per sopravvivere. E sono morte.
Con loro è morta anche una ragazzina di 14 anni, il nostro futuro.
Queste donne non sono morte per una fatalità; sono morte per assenza di diritto, per assenza di sicurezza, per assenza di legalità, per la mancanza di una civiltà del lavoro.
Sono morte perché il nostro governo pensa di poter convivere con l’illegalità,
con il lavoro nero; sono morte perché questo governo pensa di farsi forte sulle divisioni geografiche e sociali. Un’Italia che sembra uscire dal Novecento per entrare nell’Ottocento.
Queste donne sono morte nel pieno della loro vita, nel ventre di un’Italia che non ha saputo
offrire loro nemmeno la garanzia di tornarsene a casa, smontato il turno di 14 ore.
Io mi sento loro. Io sono loro. Noi siamo loro.
Nessuna vita, nessuna morte è simbolica. La vita è tutto quello che abbiamo e nessun simbolo la può spiegare. Eppure, in quello che è accaduto ieri a Barletta sentiamo con forza il peso di un destino comune che ci interroga e al quale, al più presto, dobbiamo delle risposte.
Ora dobbiamo scavare con le mani, con le unghie e con i denti per portare, tutte insieme, il nostro Paese fuori dalle rovine.

6 commenti on “L’ITALIA SOTTO LE MACERIE – di Sara Ventroni”

  1. grazie Sara,
    Il mio cuore lacrima per queste giovani donne e madri italiane.
    Perché, qui nel nostro Paese, straordinariamente, le colpe dei padri ricadono sulla testa delle figlie.
    Povera fanciulla di 14 anni, studentessa morta per la sorte di essere figlia di scellerati padroni della vita di altre donne.
    Siamo allo sbando completo, nemmeno più la famiglia è luogo e simbolo di tutela per le persone, per i frutti di un Paese.
    Indignamoci, grazie!
    Francesca

  2. manuela ha detto:

    Una delle donne morte a Barletta era la mamma di una bimba di tre anni.
    Ieri sera ho guardato mia figlia di due e le sue amichette e ho pianto.
    Che futuro stiamo costruendo per loro?
    Siamo una generazione costretta a farsi inghiottire per tirare avanti, costretta a firmare contratti in bianco (quando c’è un contratto), perchè se non si accettano quelle condizioni, dietro di noi c’è la fila ed essere sostituite non è un problema. Siamo madri e padri ricattabili. Siamo il fondamento della nostra società, che si regge sul ricatto.
    E’ necessario spezzare questa catena. Tornare ad alzare la testa e a camminare fiere e dritte, perchè la posta in palio non è solo il nostro futuro, ma anche quello delle nostre figlie e dei nostri figli.

  3. Marinella ha detto:

    Quando acquisto un indumento a poco prezzo mi chiedo chi lo avrà fabbricato, per costare così poco: lavoratori sfruttati, che lavorano per pochi soldi e tante ore al giorno. Ma ormai molte famiglie non hanno stipendi sufficienti e sono costrette a comprare indumenti e scarpe fabbricati a poco prezzo da miserabili sfruttati, in Italia o altrove.
    Ma non cadono solo i fabbricati che nascondono il lavoro nero, vengono giù anche le costruzioni nuove dove invece del cemento si usa la sabbia (penso alla Casa dello Studente dell’Aquila). E siamo sfruttati di nuovo, ed anche derisi, da chi si arricchisce sulle nostre vite, in un modo o in un altro, da chi si indigna quando viene indagato per le sue colpe, perchè colpe non sono più, sono state affrancate da un sistema politico ed economico in cui solo chi è furbo e senza scrupoli si arricchisce ed ha potere.

  4. laura onofri ha detto:

    Grazie Sara per come hai saputo esprimere tutta la rabbia che in queste ore tutte noi sentiamo per morti che si potevano evitare, per morti che sono veri e propri assassinii e che sono, purtroppo, lo specchio di dove sta andando l’Italia
    L’indignazione e la rabbia che queste morti hanno provocato in tutte noi deve farci proseguire con determinazione il lavoro per contrastare la deriva del nostro paese, per farlo rinascere.
    Stringiamo intanto in un abbraccio pieno di affetto tutti i figli, le madri, le sorelle, i mariti di queste donne.

  5. Margherita Fiorentino ha detto:

    Ricordiamocelo quando andremo a votare.
    Ricordiamocelo quando ascoltiamo in tv i commenti deliranti delle varie santanchè, mussolini, minetti: che dicono di essere donne…… ma non sanno nemmeno dove sia la vera femminilità!

  6. grazie Sara di averlo scritto anche per noi.


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