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57 commenti on “Contatti”

  1. patrizia ha detto:

    ciao a tutte,
    vorrei sapere quale è il comitato
    piu vicino ad ascoli piceno.
    patrizia

    • Valentina ha detto:

      Patrizia, ciao sono Valentina del comitato SNOQ di Ascoli. Leggo solo ora il tuo messaggio. se non hai perso le speranza per una risposta noi siamo qua. scrivimi vabel@libero.it
      Ciaooo

  2. Marica Guiducci ha detto:

    Carissime, nell’Associazione di volontariato di cui sono parte, l’Auser, ogni giorno incontro donne determinate e generose che dedicano il proprio tempo a far crescere in altri anziani la speranza e il desiderio di migliorare la qualità della propria vita. Tantissime donne, in là con gli anni, che non rinunciano ad avere aspirazioni e un progetto di trasformazione sociale. Donne che non vogliono essere messe fuori gioco dall’invecchiamento. Perchè così non è nella realtà. Le donne anziane hanno una probabilità doppia, dei loro compagni o mariti, di soffrire di solitudine, indigenza, mancanza di cure. E’ come se la maturità e la vecchiaia al femminile non fossero concepibili. E’ come se un burka invisibile calasse con il passare degli anni sulle nostre persone e limitasse le nostre oppurtunità di scelta. E’ il burka del tempo che offende il senso di sè conquistato nello studio, nel lavoro, nella cura di figli e genitori. Basta osservare gli stereotipi che svalorizzano le donne anziane. Se non sono nonne, protette dalle mura domestiche, le donne diventano invisibili, marginali, oppure peggio ancora sono loro stesse a dover combattere la tentazione di autoescludersi.
    Allora mi viene da pensare che negli anni settanta ci siamo battute per i diritti dell’età produttiva e riproduttiva: i consultori, la contraccezione, l’aborto. Dopo è come se non ci fosse più nulla.
    Le donne sono cambiate, eppure perdura l’egemonia culturale maschilita che nega alla donna anziana pulsioni sessuali, ambizioni e riconoscimento sociale al pari degli uomini. E’ ora di dirlo forte e chiaro. Vogliamo politiche per le donne di tutte le età. Politiche culturali e anche politiche sociali: servizi, sportelli di ascolto, pensioni adeguate ai bisogni dell’allungamento degli anni di vita.
    E prima di ogni cosa rivendichiamo il diritto al lavoro. L’esperienza ce lo ha insegnato, l’autodeterminazione si costruisce sull’automomia del reddito e sull’accesso ai livelli più alti direzione nella società per un numero sempre maggiore di donne.
    Marica Guiducci

    • antonella ha detto:

      Bellissimo commento. Suggerimenti di come raggiungere quello che giustamente si richiede nel tuo scritto? Troppo spesso vedo, leggo e sento quello che dovrebbe essere e non é, ma raramente suggerimenti validi e fattibili di come raggiungere quello che si auspica per una societá basata sul rispetto vero tra i sessi. Hai ragione nel dire che con gli anni 70 si é creduto di raggiungere una “libertá” e “indipendenza” che nel tempo non é stata effettivamente riportata nella vita di famiglia e nella societá, soprattutto in Italia. Occorre chiedersi preché dopo 40 anni la donna in Italia, e non solo qui, é rimasta fondamentalmente allo stesso punto di allora pur essendosi istruita e lavorando? Proprio per quel maschilismo di cui parli. Una domanda: che cosa e chi perpetua il maschilismo? La mia risposta é: le donne, le mamme! L’azione da intraprendere, nella mia opinione, sarebbe su due fronti:
      PRIMO FRONTE, sí, come dici tu “Vogliamo politiche per le donne di tutte le età. Politiche culturali e anche politiche sociali: servizi, sportelli di ascolto, pensioni adeguate ai bisogni dell’allungamento degli anni di vita”, per quanto riguarda la situazione di adesso ma se ci troviamo in questa situazione é perché non abbiamo guardato lontano 40 anni fa. Vogliamo fare lo stesso errore di 40 anni fa? Non credo proprio. Allora guardiamo lontano…
      Occorre agire per il SECONDO FRONTE: Educazione civica nelle scuole nelle istituzioni in tutti quei luoghi di formazione, fin da piccoli. Guidare le nuove generazioni a rispettare l’uomo e donna come persone e non per il loro sesso o sessuologia e a convidere i ruoli che la differenza biologica tra uomo e donna ci impone ma che non deve essere causa di sfruttamento o abuso emotivo o mentale per entrambi i sessi.
      Come fare tutto questo? Le circoscrizioni sono il fulcro della vita quotidiana della comunitá. Coinvolgere il Presidente e il Consigliere che si occupa dell’istruzione e attivitá locale sarebbe un primo passo, incoraggiare i cittadini a partecipare agli incontri di circoscrizione e fare corsi attivitá e incontri ove non solo c’e’ un interaction tra persone ma anche un’istruzione sociale sul diritto di uguaglianza dei sessi ma anche sul rispetto della differenza biologica degli stessi, tenendo conto che l’italia sta diventando multiculturale e quindi le idee innovatrici sono ancor piú difficile da sottoporre.
      A Torino sembra che qualcosa si stia muovendo verso questa direzione ma forse é troppo presto per dirlo. Le buone intenzioni ci sono sarebbe un sogno se in tutta Italia avvenisse questo. La causa dei nostri mali occorre eradicarla alla base e curarla dall’alto. Unendoci per lo stesso obiettivo in maniera ordinata chiara e determinata, credo che un miglioramento quasi radicale si possa raggiungere.

      cordialmente Antonella del torchio

  3. chinonrisica ha detto:

    Mi ha molto emozionata la manifestazione svoltasi a Siena, da parte di un neocostituito movimento trasversale, composto da donne determinate a dire, finalmente, la loro.
    C’è bisogno di una rivoluzione etica che veda protagoniste nuove.
    Le subculture politiche del passato hanno portato a divisioni fittizie su problemi reali e pratici. La necessità di aumentare l’occupazione femminile, ad esempio, non è nè di destra nè di sinistra: è semplice valutazione economica che ci mette al riparo dalla disoccupazione attuale e dalla mancanza di coperture pensionistiche in futuro.
    L’equità fiscale e la diminuzione dei costi della politica non sono temi etichettabili. Lo abbiamo capito, in tante ,così come abbiamo compreso che le suddivisioni ideologiche fino ad ora hanno ottenuto il risultato di mortificare la nostra immagine e di considerare “complementari” il nostro lavoro e il nostro apporto economico in famiglia.
    Paghiamo, da maggioranza quale siamo, la scarsa considerazione che di noi ha avuto, nel tempo, la poltica , quella di governo e quella di opposizione. Ancora oggi siamo accettate od escluse troppo spesso in base alla nostra disponibilità, se non sessuale, di puro asservimento ad un uomo di potere.
    Credo davvero che i partiti, soprattutto se in crisi come oggi, fatichino a rappresentare la molteplicità del pensiero al femminile. Portatore di istanze semplici, ma non banali, pragmatico e rigoroso, solidale e costruttivo, pur nell’umana imperfezione. Un animus che non vorrei più chiamare femminista, ma nemmeno femminile. Un sentire umano diverso,
    che chiede equità senza elemosina, giustizia senza pregiudizi e pace, pur nella diversità.

    Giovanna Giugni- vicepresidente del Consiglio delle Donne di Trento
    ferrari.giugni@alice.it

  4. Rosangela Pesenti ha detto:

    INCLUSIONE
    di Rosangela Pesenti

    Inclusione. Di tutte le parole dette nella due giorni di Siena, (bellissimo appassionante appuntamento, generosamente organizzato) questa è certamente la più condivisibile eppure la più ambigua, per come è stata affermata e ripresa, dopo che qualcuna, poche oltre a Lidia Menapace, ha nominato alcuni contenuti come l’antifascismo, il patriarcato, il capitalismo, sui quali è quanto meno necessario aprire il dibattito.
    Per includere almeno quella memoria storica che dobbiamo alle donne venute prima di noi e per onorare il diritto delle generazioni più giovani a sapere, come chiedono.
    Inclusione, come se qualcuna volesse escludere qualcuna.
    Curioso che la questione sia posta proprio a favore di chi sta in uno schieramento politico che condivide l’affermazione della gerarchia sociale e ha inventato il pessimo neologismo della meritocrazia per rilegittimarla.
    Curioso che sia posta a favore di donne che svolgono libere professioni, hanno fatto carriera, sono in parlamento.
    Hanno scoperto che essere donna significa poter subire discriminazioni a tutti i livelli?
    Questo lo sappiamo da sempre e lo affermavamo anche negli anni ’80, quando si cercò di cancellare il femminismo perché, mi si diceva, il patriarcato era morto e noi, che ancora vedevamo sfruttamento esclusione emarginazione cancellazione delle donne, eravamo vetero, lo affermavamo anche negli anni ’90 quando, proprio le donne della destra, presentandosi sulla scena politica, riproponevano il modello dell’emancipazione imitativa (siamo brave come e più degli uomini perché abbiamo anche fascino e virtù femminili) diventando egemoni anche nella cultura delle donne di “sinistra”, lo dicevamo nel nuovo secolo a Punto G di Genova (e di nuovo oggi dopo dieci anni) perché il nostro sguardo è attento alle donne della porta accanto come a quelle che abitano la curva del mondo che sta ben oltre il nostro orizzonte.
    Curioso che si parli di inclusione per donne che hanno a disposizione la visibilità dei media e che, anche a Siena, hanno avuto la possibilità di parlare dal palco.
    Non c’era tempo per tutte, è vero, ma a me dispiace che non abbia parlato dal palco, ad esempio, Patrizia De Vico, una sconosciuta si è definita, che abbiamo ascoltato in quattro mentre registrava il suo messaggio web e ci ha commosse, ci ha fatto sentire che ce la possiamo fare perché veniamo da lontano, perché sappiamo riconoscerci tra sconosciute e soprattutto possiamo essere migliori di come la vita ci costringe ad essere.
    L’inclusione vorrei che fosse anche per donne come lei.
    Perché la mia domanda è: inclusione per chi, inclusione dove? Inclusione per fare cosa?
    Nel movimento c’è posto per tutte, e ormai perfino tutti, da molto molto tempo, e le lotte, siccome sono concrete, ridisegnano ogni volta i confini della partecipazione.
    Spesso siamo state poche e invisibili, ma non per questo le nostre ragioni erano irragionevoli.
    Quale inclusione perciò?
    Inclusione nel diritto allo studio che non è mai stato raggiunto per tutte e tutti in Italia (dati ISTAT) e oggi viene cancellato?
    Inclusione nel diritto alla salute che non c’è mai stato per i lavoratori e le lavoratrici delle produzioni più dure, dei servizi considerati più umilianti e meno retribuiti ai quali oggi viene aumentato l’orario di lavoro in cambio di salari più bassi e precarietà?
    Inclusione dei disabili appena inclusi nella scuola e già a rischio di espulsione?
    Inclusione dentro redditi dignitosi, dentro case e quartieri che non siano orrende caserme degradate, dentro la possibilità di avere casa, ma anche la quieta bellezza dell’armonia con l’ambiente?
    Inclusione delle oneste e onesti che pagano le tasse?
    Inclusione nell’indignazione verso i grandi evasori fiscali, i politici corrotti e corruttori, la zona grigia (tanto per restare a Primo Levi) di chi non vuole vedere?
    Inclusione nei movimenti di chi, conti alla mano e lungimiranza per il futuro, manifesta contro la devastazione del territorio, come le donne e gli uomini di No Tav, Dal Molin, L’Aquila, per citare solo gli ultimi?
    Inclusione di quelle e quelli che stanno sopra e sotto i tetti e le gru, dei/delle migranti rinchiusi nei CIE,
    Inclusione nei lavori faticosi, difficili, precari, magari tra il personale carcerario che gestisce l’insopportabile sovraffollamento delle carceri?
    Inclusione di quelle e quelli che non hanno accesso all’informazione eppure continuano tenacemente a usare la propria parola, intelligenza, sorriso per proporre il proprio punto di vista?
    Noi, che ieri eravamo a Siena, siamo tutte già incluse, nella cittadinanza (vergognosamente ancora fondata sul diritto di sangue) e quindi nell’esercizio di diritti che sono, di fatto, privilegi, se commisurati con i dati relativi alla condizione delle donne, in Italia e non solo.
    Lo voglio dire con categorie che qualcuno trova demodé: sono contenta che le donne della borghesia (piccola, media, grande, tutte quelle che vogliono) dopo aver fruito della sacrosanta emancipazione che le ha portate nella scuola, nel lavoro, nelle carriere, alla pari con i fratelli, oggi vogliano la parità nel governo di tutta la società.
    Voglio solo ricordare che se loro hanno messo le parole per la lotta, perché per prime hanno avuto accesso alla scrittura e ai luoghi prestigiosi della cultura e delle professioni, le grandi conquiste legislative non ci sarebbero state senza la moltitudine anonima delle donne, delle lavoratrici male o per nulla retribuite, protagoniste a testa alta della propria vita, che hanno fatto movimento diffuso nelle piazze e dentro le case, producendo la più grande e pacifica rivoluzione che la storia ricordi.
    Una rivoluzione che è solo cominciata perché oggi da quello spiraglio aperto del diritto allo studio sono entrate anche le figlie delle serve, delle operaie, delle lavandaie, stiratrici, balie, sarte, mondariso, delle donne sfruttate e non pagate sotto la copertura sociale del casalingato.
    All’inizio poche, della mia generazione in quantità irrisoria, poi sempre di più e sempre più brave, competenti, capaci di parola.
    Per questo (e l’ho già scritto) le politiche neoliberiste dei governi degli ultimi vent’anni hanno attaccato per prima cosa il diritto allo studio, insieme alle leggi a favore della libera scelta della maternità (applicazione della Legge 194, Legge 40, dimissioni in bianco, servizi per l’infanzia e via dicendo).
    Solo attaccando la condizione delle donne e dell’infanzia si attacca efficacemente la democrazia alla radice.
    Hanno lottato per la repubblica democratica le donne della Resistenza e prima ancora le donne che si sono opposte al fascismo e prima ancora le femministe dell’inizio ‘900 (e potremmo ritrovare, andando all’indietro così, tutta un’alta storia).
    Abbiamo lottato e non siamo mai tornate a casa, non lo faranno certamente le donne che hanno cominciato adesso a prendere in mano la propria vita.
    In questo movimento c’è posto per tutte e tutti. Quale posto però dovremo discuterlo insieme così come le mete. “Noi” è una straordinaria parola politica che va conquistata nella concretezza del confronto e nella chiarezza dei patti, con i quali possiamo definire mete condivise senza cancellare differenze, ma imparando a gestirle per quel bene comune che si chiama prima di tutto democrazia.
    A Siena ci siamo accordate sulle prime tappe, insomma, come diciamo sempre, abbiamo solo cominciato a dare nome alle cose che vogliamo.
    Adesso si tratta di pensare al come andiamo avanti, tutte insieme, ma una strada non vale l’altra, i mezzi e modi dicono tutto sui fini.

  5. Davide Dodesini ha detto:

    Un passo indietro per porsi in ascolto e agire.
    Siena 9 e 10 luglio, Se non ora quando?

    Sono stati due giorni intensi ricchi di idee, proposte, critiche, voci e intelligenze. Aleggiava un’atmosfera di grande attesa dopo la bellissima manifestazione del 13 febbraio, si sentiva nell’aria voglia esserci, di partecipare, di ascoltare e proporre.
    La gratitudine nei confronti delle organizzatrici era presente in ogni gesto sorriso e applauso; l’idea degli interventi di tre minuti ha reso l’alternarsi delle voci equo, condivisibile e governabile.
    Vista da parte di un uomo mi sono chiesto perché oltre alla doverosa presenza di alcune parlamentari, non ci fossero anche i parlamentari maschi che, di certo, avrebbero giovato di una consapevolezza politica alta, esigente, raffinata e pratica, cosa di cui non credo facciano esperienza nei luoghi tradizionali e patriarcali della politica.
    La varietà degli interventi ha restituito una parte del complesso mondo del movimento delle donne con la sua storia e la sua attualità. Tenere insieme tutte queste anime non sarà semplice e qualche increspatura si è anche vissuta, ma è proprio questa che deve essere la scommessa di Se non ora quando. Coloro che sono intervenute hanno raccontato l’esperienza dei comitati 13 febbraio, di associazioni e di singole che con grande impegno, sui territori, agiscono e tentano di mettere al centro del dibattito politico locale e nazionale i temi delle donne che, sono, di fatto, i temi della riproduzione sociale (cura, famiglia, scuola, salute, lavoro, maternità, paternità) e che quindi sono il centro, volutamente e scientemente mai nominato, della politica tutta.
    La costruzione delle due giornate è stata certamente complessa data la ricchezza e varietà dei mondi che hanno chiesto la parola. Non tutte hanno potuto parlare ed è stato un vero peccato, ma è probabile che non ci fosse altro modo. Sarebbe stato comunque bello che tutte le non incluse a salire sul palco venissero almeno nominate. In tal modo si poteva restituire la complessa geografia delle associazioni presenti nel nostro paese. Forse si può rimediare mettendo sul blog oltre al resoconto degli interventi anche il nome e/o associazione di coloro che, per ragioni organizzative, non hanno potuto parlare.
    La dichiarata esigenza di trasversalità delle organizzatrici è stata chiarita più volte e la parola chiave, ripresa anche nella relazione di Marina Sapegno e nelle sue parole di chiusura è stata inclusione. Una parola molto significativa che vuole esprimere la necessità di dialogare con le donne della destra politica, ma che non deve dimenticare di dialogare con le donne della sinistra politica, con il femminismo e con le radici storiche della nostra Repubblica (Resistenza e antifascismo) come, giustamente, ha sottolineato Lidia Menapace che, in qualità di resistente e femminista, si è guadagnata l’unica standing ovation.
    Inclusione vuole dire discutere fino allo sfinimento con tutte e quei pochi (che spero diventino sempre di più) le questioni cruciali della politica (economia compresa!). Inclusione non significa mettere a tacere le contraddizioni, né tanto meno cancellare le voci più critiche, altrimenti si perde l’idea della rete e del confronto e si rischia di diventare sponsor delle politiche di riferimento. Inclusione significa dar parola a tutte coloro che non hanno gli strumenti per prendersela, dialogare in modo comprensibile con chi subisce le scelte politiche e non ha il tempo, la forza, le possibilità di esercitare la sua cittadinanza, includere significa mettere in discussione modelli sociali che tendono ad escludere (riflettiamo in modo serio e attento sulla tanto amata parola meritocrazia).
    Non è un caso che una delle questioni sia stata il rapporto con il potere (che resta patriarcale), lo starci dentro in qualità di amministratrici, senza rinunciare alla specificità politica dei temi discussi a Siena (appassionanti gli interventi della Consigliera del Comune di Siena e della Presidente del Consiglio comunale di Bologna). E ancora, non è un caso, che gli interventi più radicali siano stati fatti da ragazze ‘giovani’ (giustamente una di loro ha chiesto di essere per favore considerata un’adulta), ragazze che vivono sulla loro pelle i risultati delle scelte politiche operate da centro sinistra e centro destra negli anni novanta: precarietà, individualismo, flessibilità, cancellazione dei diritti, riduzione dell’autonomia.

    Sono stati due giorni bellissimi di cui non si può che essere grati/e, che dovrebbero avere una visibilità enorme, vasta e capillare. Due giorni che possono aver generato entusiasmi e qualche delusione ma che certamente e caparbiamente devono essere l’inizio (ricordando e imparando dai tanti inizi passati) di un percorso ad ampio respiro.
    Il mio augurio è che gli uomini presenti a queste sue giornate sappiano, nei loro luoghi di lavoro, nelle loro relazioni amicali e amorose, nel loro quotidiano, agire le parole ascoltate.
    Davide Dodesini, Gruppo Sconfinate, Romano di Lombardia (Bg)

  6. Lio Giallini ha detto:

    Gentilissime Donne di “Se non ora, quando?”

    Vi prego di dare un’occhiata rapida al mio articolo
    su AgoraVox Italia (link e citazione in questa pagina)
    e di utilizzarlo se Vi interessa per i Vs. scopi
    o come meglio riterrete opportuno.

    Grazie.

    Cordiali saluti e tantissimi auguri per le Vs. iniziative

    Lio Giallini

    PS da AgoraVox Italia:

    http://www.agoravox.it/Democrazia-all-italiana-e-modelli.html

    Una nota di speranza ci arriva dalle donne italiane.

    “Se non ora, quando?” rappresenta un modello diverso di aggregazione

    e di interazione fra persone libere,

    che meritano tutto il nostro rispetto,

    la nostra gratitudine e la nostra ammirazione.

    Ci auguriamo solo che

    non diano origine ad un nuovo partito politico.

  7. Angela ha detto:

    Ciao a tuttie a tutte,
    mi trovo ad Oxford (UK) e vorrei sapere se c’e’ un comitato se non ora quando od un associazione almeno affine, che si trovi ad Oxford (UK)? al massimo anche a Londra.

    Un caro saluto
    Angela

    • mobilitazione ha detto:

      Per Angela e per tutte: tutti i gruppi esistenti ad oggi sono alla pagina https://senonoraquando13febbraio2011.wordpress.com/comitati-qui-e-la/
      Dove non ci sono si possono creare! Chi ha il desiderio di dare vita a un gruppo non si tiri indietro, noi vi aiuteremo in ogni modo 🙂

      • Angela ha detto:

        grazie mille!! 🙂

      • A.KAUBER ha detto:

        Sono/siamo di Parma, dove – dal 13 febbraio, grazie alla imponente manifestazione SNOQ, così coinvolgente, così partecipata – forse qualcosa si è mosso. Abbiamo attivato una ‘sorveglianza speciale’ pronta a farsi vedere nuovamente in piazza, a dire a gran voce “noi non ci stiamo più”.
        Pare che il tappo sia saltato, e noi non più giovani donne (e uomini) insieme ad una ritrovata nuova generazione (finalmente, che bello! ma dove abbiamo così pesantemente sbagliato, in tutti questi anni? perchè questo lungo, assordante silenzio complice e suicida? dove ci siamo nascoste in questo eterno periodo di latitanza? parliamone, alla buonora, e ad alta voce!!!!) ci siamo risvegliate dal comodo, troppo lungo letargo annichilente. Di nuovo a lottare, richiamati dai problemi di taglio di alberi in centro storico, di raccolta differenziata e inceneritore: per arrivare al presidio davanti al Municipio, a manifestare la nostra traboccante indignazione per la devastante esplosione (non ce ne sorprendiamo, lo sapevamo da tempo, ma…eravamo tutti assopiti, compresi – ahinoi -chi doveva sorvegliare!!!) di una immonda catena di truffe, corruzione e malaffare perpetrata dalla Giunta che ci governa. Fatti ora riportati dalla stampa nazionale, con poco, pochissimo onore…
        Bene, è tornata la voglia di farsi ascoltare, di non lasciar correre: il ‘nido sicuro’ che ci eravamo ritagliati (credendonci al riparo da tutto – sozzerie materiali e coinvolgimenti emotivi – e badando e curando SOLO i propri affari, accontentandoci di avere i soldi sufficienti per comprare la macchina nuova e una famiglia ‘felice’) non basta più.
        Vorremmo unirci a voi, e fondare il Comitato cittadino SNOQ di Parma (fra le città d’Italia, forse quella che più di altre ha copiato e imposto diffusamente il modello berlusconiano, fatto di immoralità, qualunquismo e odioso malaffare).
        Cosa dobbiamo fare? Farlo e basta, e poi comunicarvelo?
        Naturalmente, avrebbe la sua pagina FB che vi assicuriamo sarebbe sempre e appassionatamente seguita.
        Intanto, io mi presento: mi chiamo Anna Kauber, ho 52 anni, sono paesaggista e ho creato Articoltura – http://www.articoltura.com.
        Mi sapete dire qualcosa? Vi ringrazio tanto per quello che siete riuscite a fare: è stato come uscire da un incubo!!!!
        Vi abbraccio tutte, Anna

  8. Federica ha detto:

    Come ci si iscrive? Sono una quasi bilaureata di 39 anni che non è mai riuscita nemmeno ad iniziare una vita lavorativa. I tentativi del passato sono stati tutti contrassegnati da etichette trite e ritrite che per forza mi volevano etichettare, meno che trentenne, come una mina vagante pronta ad avere figli il giorno dopo l’assunzione. Già… avevo così tanta voglia che ad oggi sono senza. E attaccata con le unghie e i denti a quel piccolo giro che mi permette di avere il mio piccolo guadagno a nero. Piccolo. Miserabile. Non sufficiente per nulla se fossi sola, ma che mi permette almeno di pagarmi il carburante per l’auto e qualche piccolo sfizio. Vergogna… a tutti loro… Maledico le agenzie interinali e le ragazzine che, donne come te e assolutamente inadatte a quella mansione, pretendono di catalogarti per stereotipi con una sola occhiata, credendo di capire tutto, e obbediscono come burattini alle direttive che portano a selezionare prima di tutto per età.
    E poi Siena,,, avrei voluto esserci, ma causa marito ansioso che mi paventava la possibilità che non avrei trovato un bagno nemmeno a pagarlo a peso d’oro con tutta la confusione che ci sarebbe stata, per timore di disagi eccessivi, alla fine ho rinunciato a venire.
    Vivo a Parma, sicuramente saranno arrivate donne da molto più lontano ma… che dire… sarà stupido ma mi spaventava la prospettiva di dover prendere a pugni qualcuno per evitare di farla per terra dinanzi a tutti.
    Vorrei rimediare. Almeno per ora iscrivermi, se si può.
    E poi organizzarmi meglio la prossima volta, informarmi. Così da aggiungere anche la mia, di presenza.
    Perché di rabbia repressa, per tante cose provenienti dal mondo di fuori, molte uguali a quelle che voi altre avete citato, ne ho una tale quantitò che se la vedeste vi spaventereste.
    A presto.

    Federica.

    • mobilitazione ha detto:

      cara Federica,
      i bagni c’erano eccome! Ti aspettiamo al prossimo incontro, intanto segui SNOQ sul blog, puoi donare un contributo per l’attività e riferirti ai comitati di zona!
      Visita la pagina “comitati qui e là!
      A presto!

  9. Federica ha detto:

    Ma poi, mi chiedo e vi chiedo, sarà una domanda stupida… è mai possibile che nel terzo millennio ancora si debba parlare di condizione femminile e delle discriminazioni^

  10. Miriam Giannone ha detto:

    Non sarebbe il caso di cominciare a pensare al prossimo Presidente della Rebubblica, ovvero a promuovere finalmente, in tutti i modi e con l’aiuto di tutte le figure e le forze politiche seriamente interessate,la candidatura di una donna? Secondo me una menzione speciale dovrebbe essere riservata a Emma Bonino, la quale, oltre ai suoi meriti politici, rappresenterebbe l’Italia in maniera perfettamente bipartisan.Ciò nondimeno non vi è un nome vincolante, la battaglia sarebbe di portare al Colle una donna che possa far avanzare realmente e sensibilmente la posizione di tutte le donne nella società.

    • Tiziana ha detto:

      Emma Bonino è un nome ottimo!

      • Federica ha detto:

        Boh… Lo pensate davvero? Anche io trovo che la Bonino abbia molti meriti, soprattutto per le battaglie condotte a suo rischio in paesi in cui una donna vale meno di una pecora, ma mi spaventano gli estremismi a cui sanno arrivare i militanti del partito radicale, e mi riferisco in particolar modo allo sciopero della fame e della sete (terribile…) a cui si sono sottoposti sia lei che Pannella.
        Se dovessi suggerire un nome, mi ispira molto anche Anna Finocchiaro. Giusta ed equilibrata.

  11. Tiziana ha detto:

    ciao a tutte
    esiste un comitato nelle vicinanze di Saronno?
    grazie 1000 mi piacerebbe fare qualche cosa ma il tempo è poco perciò sarebbe utile qualche situazione vicino a casa
    Un grazie grandissimo a tutte
    Tiziana

  12. Irene ha detto:

    Ciao a tutte e tutti,

    Sono una ventiseienne desiderosa di fare qualcosa per incanalare l’energia ottimista che, nonostante tutto, ancora la pervade.
    Il mio desiderio è di ritrovarci davanti a parlamento, dopo l’estate, in tanti, per costringere i nostri parlamentari a chiudersi dentro e non mettere fuori il naso fino a che non avranno tagliato in modo più che significativo e definitivo auto blu, stipendi, pensioni, doppi incarichi, ecc., con effetto immediato.
    Presentarsi lì con richieste precise, in modo pacifico e non abbandonare il presidio fino al momento in cui le nostre richieste non vengano messe in pratica.
    E’ assolutamente necessario che cambino le motivazioni di chi va al potere: chi diventa parlamentare ha diritto ad un buon stipendio, ma deve farlo per senso civico e per vocazione, non con l’obiettivo di sistemarsi. Ed è giusto che siano i primi a fare qualche sacrificio, da subito.
    Non una protesta contro, ma un movimento PER.

    Irene

  13. Beatrice ha detto:

    Dopo un anno e mezzo alla ricerca di un lavoro, ecco che finalmente mi si presenta l’offerta giusta! Che bello ho detto (e direte voi…)!!!! Contratto part-time di 18 mesi (con promessa di trasformazione a tempo indeterminato….) di quelli che danno agevolazioni alla ditta che mi ha assunto….non è il massimo dal punto di vista dell’orario dato che lavoro il pomeriggio (e non posso contare sull’aiuto di mio marito nella crescita di mia figlia dato che lui è fuori tutto il giorno) ……ma comunque accetto, anche per dare il mio misero contributo al pagamento del mutuo della casa! Il mio contratto prevede che durante questi mesi io diventi una ragioniera espertissima e invece…..mi ritrovo a trascorrere interi pomeriggi facendo finta di “lavorare” guardando il mio computer e stando attenta che i colleghi non si accorgano che non sto facendo niente!!! Non rispondo neppure al telefono perchè non squilla mai! Eppure gli altri sono sempre di corsa per rispettare le varie scadenze…immaginatevi con quale umore ogni giorno esco di casa (lasciando oltretutto mia figlia che piange disperata) per andare a “lavoro”…ma non c’è nessuno che controlla che questi contratti vengano rispettati? Quattro ore trascorse in quell’ufficio senza fare niente sembrano un’eternità…..e poi penso alla soddisfazione personale, praticamente ZERO!

  14. livia ha detto:

    ciao a tutte,
    sono contenta che esistiate e vorrei far parte di voi.
    Dove si trova il comitato di Torino e come contattarlo?

    Livia

  15. […] Ecco allora un breve aggiornamento. Ricordiamo che i gruppi segnalati che non abbiano ancora un contatto attivo sono ancora in fase sperimentale. Nel caso vogliate sapere qualcosa di più specifico vi consigliamo di contattare il movimento nazionale di SNOQ […]

  16. Lea Acquarone ha detto:

    Anche io, come Irene e tanti, tantissimi altri penso che sia ora di mobilitarci di nuovo e sul serio! Ottima l’idea di inondare il parlamento con la nostra presenza e le nostre precise richieste di tagli notevoli a tutte le prebende e i privilegi che il mondo della politica continua a voler mantenere per se, malgrado il momento tragico per il paese. Questi devono capire che la gente sta rinunciando al necessario per mantenere loro il superfluo! In poche parole: basta fare la bella vita a spese nostre!

  17. simona ha detto:

    Questa sera, l’ennesimo commento “abbiamo salvato i piccoli comuni”, un’altro” la lega e il PDL usciranno rafforzati da questa manovra” e mi chiedo e l’Italia? e gli italiani come usciranno?
    E’ veramente ora di proposte concrete facciamole girare su internet, chiedendo di aggiungerne e di metterle in ordine di priorità, chi sa come fare le rielabori facendone un manifesto di una 20 di punti e per la metà di settembre max fine una grande mobilitazione dove chi è d’accordo si unisca a sostegno di queste proposte.
    Non possiamo stare a guardare, lavorare e tacere come abbiamo fatto sino ad ora.
    Non importa chi raccoglierà le nostre proposte, ma è importante che si sappia come la pensiamo che ci siamo e vogliamo contare, siamo pronte a fare la nostra parte, e lo sappiamo che spetterà a noi la
    parte più difficile far quadrare le varie esigenze all’interno della famiglia.
    Non voletemene se i termini non sono tecnici non è il mio mestiere, le proposte:
    1)Riforma elettorale: tipo quella dei presidenti di regione a doppio turno comunque un sistema che consenta di decidere sui candidati e non scelti dai partiti-obbligo del 50% di rappresentanza per le donne-stabile un max di legislature-impossibilità di passare da un partito all’altro in corso di legislatura-riduzione dei parlamentari-dimissione immediate in caso di doppio incarico.
    2)Introduzione del quoziente famigliare.
    3)Inserimento nella denuncia dei redditi dei proventi da capitale con una soglia di esenzione.
    4)Riforma delle pensioni, innalzamento dell’età a 65 anche per le donne, se pensiamo sia indispensabile ma bisogna pensare anche a come far crescere i bambini e occuparsi degli anziani visto che anche questo è a nostro carico, se però serve a dare un futuro ai nostri figli io sono pronta.
    5)Riduzione delle province e dei comuni

    Credo che il momento di ridurre tutte le spese possibili sia arrivato, se si parla di tagliare ogni volta sento dire “il problema non sta lì” “ma questo non può definirsi nemmeno un privilegio” perchè altri fanno di peggio o “ il risparmio e poca cosa” bene anche se è poco facciamolo:
    -rimborsi spese di personale legato allo stato pubblicati su internet, abbiamo il diritto di conoscerli
    -riduzione drastica auto blu
    -riduzione degli stipendi ai parlamentari, in Europa gli altri riescono con stipendi più bassi.
    -come dipendenti dello stato si può percepire un solo stipendio, vedi articolo del corriere di Milena Gabanelli.
    -abolizione del vitalizio , non si può toccare un diritto acquisito? Ma è piuttosto ripristinare un diritto leso agli altri cittadini e poi non è un diritto acquisito la 13° per gli statali?

    Cosa ne pensate?
    Se non ora quando?
    Simona

  18. Lea Acquarone ha detto:

    Cara Simona, leggo e condivido tutte le proposte che fai, penso che ancora altre se ne potrebbero formulare, credo anche che essendo in Europa (o i nostri politici non se ne sono accorti?) dovremmo adeguarci tutti (anche loro) alle retribuzioni europee, siano stipendi, pensioni,e sopratutto servizi sociali! E’ una vergogna che i nostri percepiscano cifre iperboliche rispetto agli altri; se poi non sarà un grande risparmio, sarà almeno una questione di giustizia e moralità! Quanto alle pensioni, a noi il calcolo viene fatto sui contributi versati (ci vogliono 35,40 anni), si può sapere perchè questa regola non vale anche per quelle sanguisughe?
    Comunque vediamo di organizzarci sempre meglio, in modo da essere pronte al momento di andare alle urne, non possiamo permetterci di lasciare ancora il nostro paese in mano a un branco di incompetenti, incapaci e pure profondamente disonesti!!!

  19. Elsa Poppato ha detto:

    Sono una donna e insegno in una scuola media da 28 anni. In un solo anno ho visto innalzare la mia età pensionabile da sessanta a sessantacinque anni; ho visto cancellare cinque anni di contributi pagati per il riscatto della laurea: mi hanno penalizzata di dieci anni. Mi hanno anche tolto gli scatti di anzianità e gli aumenti contrattuali; mi hanno posticipato di due anni il Tfr. Un giorno si ed un giorno anche il ministro Brunetta mi insulta e mi deride. Fino a quando devo sopportare? Perchè la crisi devo pagarla solo io? E voi, donne come me, dove siete? Siete tutte registe, giornaliste, nipoti di parlamentari, figlie di industriali? Se non ora quando dobbiamo rivoltarci!

  20. Laura Speranza ha detto:

    Laura Speranza
    Sono una delle mille donne precarie della scuola che in questi giorni vivono in simbiosi con i siti degli uffici scolastici in attesa di notizie. Sono arrivata a questo “non lavoro” attraverso mille traversie. A19 anni ero iscritta in una prestigiosa università privata che mi prometteva una brillante carriera, che però ho abbandonato quando mi sono accorta che avrei dovuto sacrificare la famiglia, per i viaggi all’estero che mi si prospettavano. Ho continuato gli studi in una università pubblica. Mi sono sposata ed ho avuto due figli che ho cresciuto da sola, perchè mio marito aveva una carriera impegnativa e la mia famiglia è a kilometri di distanza. Ho provato a iscrivere le mie figlie al nido, ma sono sempre stata messa in lista d’attesa.Mi sono laureata in economia e commercio, ma ho rinunciato alla libera professione, perché i ritmi sono inconciliabili con i figli. Sono tornata all’università per specializzarmi nell’unica professione che si conciliasse con la famiglia: l’insegnamento. Quando finalmente ero pronta per entrare nel mondo del lavoro è arrivata la “Riforma Gelmini” coi suoi tagli ed ora sono a punto ed a capo. Possibile che solo noi donne dobbiamo fare così tante rinunce per conciliare lavoro e figli se non abbiamo un valido aiuto familiare? Ho dovuto aspettare che le mie figlie andassero a scuola per cercarmi un lavoro. ma è più facile fare un figlio a cinquant’anni che rientrare nel mondo del lavoro dopo che hai cresciuto i figli. Quando è nato questo movimento si è accesa in me una timida speranza. Forse per me è troppo tardi, non ho più voglia di lottare, ma spero che le mie figlie non si ripeta quello che ho dovuto subire io. E pensare che all’estero ci sono le baby-sitter pubbliche a domicilio per i primi mesi dei neonati! Sto pensando di scrivere un libro sulla mia storia per dare un senso al mio sacrificio. Nel frattempo spero che qualcosa di concreto nasca da questo movimento. Credo anch’io che più donne al potere risolverebbero molti problemi. Se non altro sarebbe molto più difficile incastrarci in uno scandalo sessuale e non impazziremmo ogni domenica dietro la squadra del cuore, portandoci il nervosismo in ufficio!

  21. Lea Acquarone ha detto:

    Per Elsa Poppato e tutte le altre che come me hanno già sopportato abbastanza; ribelliamoci!
    Una delle cose concrete che può nascere da questo movimento è il fatto che alle prossime elezioni le donne potrebbero impegnarsi a votare esclusivamente donne; (naturalmente non quelle che sono state mandate in parlamento perchè facevano comodo a qualcuno).
    Spero anche che le nostre manifestazioni continueranno, a Siena c’ero ed è stato magnifico!
    A proposito dei nostri impagabili politici di tutti i partiti, lo sapete che nei primi mesi di quest’anno si sono aumentati lo stipendio di circa un migliaio di euro? Giusto perchè bisogna ridurre i costi della politica. Gliele faremo passare tutte lisce? Combattiamo donne, se non ora quando?

    • Lea Acquarone ha detto:

      Rispondo a Lio Giallini (Agora Vox Italia)
      Se non lo vogliamo chiamare partito chiamiamolo pure movimento, o aggregazione, fatto sta che per contrastare quelli che partiti lo sono, bisognerà pure avere uno stato giuridico, degli organismi di rappresentanza (la democrazia funziona così); non è detto che non possa esistere un insieme di persone perbene in grado di far funzionare le istituzioni! Penso che faccia piacere a tutte essere considerate persone libere, avere rispetto, gratitudine e ammirazione, ma non ci basta. Non voglio credere che l’aspirazione di SNOQ sia quella di fare tanti bei raduni e convegni fine a se stessi; semplicemente vogliamo cambiare il modo di fare politica e metter al centro la dignità della persona in una società più giusta per i nostri figli e nipoti.

  22. susi ha detto:

    http://www.corriere.it/cronache/11_agosto_23/il-suicidSuicidate dalla criminalità … :
    Maria Concetta 31 1nni , Titta 38 anni , Lea Garofalo ..Rita Adria (la piu famosa ) e altre uccise con il silenzio e il ricatto dei sentimenti ..

    L’ennesima Donna vittima della sua stessa storia . Storia da cui ha cercato di venir fuori con la ribellione, riconoscendo nella giustizia dello Stato uno strumento anche per la sua libertà. Ma non è stato sufficiente., Perché valorizzare la loro ribellione e “morte”, ricordando, a chi fa vorrebbe cancellarle, che non sono donne sole ? magari una manifestazione per l’8 Marzo o anche prima ??

  23. rho ha detto:

    Ciao, avete letto della pubblicità diYamamay …”il mio corpo è la tua casa….”

  24. Laura Speranza ha detto:

    sono ancora una volta incollata ai tg ed alle notizie su internet relative allo sciopero… ingoio rabbia e lacrime di fronte ai commenti del ministro Sacconi e di tanti rappresentanti del governo, ma anche per il numero sicuramente non rappresentativo del malessere generale. Hanno ragione coloro che pur di fronte all’imponente numero dei partecipanti, tirano un sospiro di sollievo è vero, in piazza non ci sono tutti gl’insoddisfatti perchè molti sono costretti a casa. Non hanno potuto aderire allo sciopero i migliaia di lavoratori precari che un lavoro oramai non ce l’hanno più, come i precari della scuola che in questi giorni sono appesi ad una tenue speranza, che si affievolisce sempre di più. Sono a casa le donne che non possono contare su servizi sociali alla famiglia, per cui devono sostenere con le sole loro energie il peso di figli e di anziani non più autosufficienti. Si perchè togliendo gli aiuti alle famiglie questo governo ottiene un’altro sorprendente risultato: tenere le donne prigioniere del loro amore per la famiglia, impedendole di partecipare attivamente alla vita sociale del Paese. Come me che non avevo la mia brava Mary Poppins a casa che badasse ai pargoli mentre io ero a manifestare per i miei diritti, perchè le scuole non sono ancora cominciate e l’unico legame col mondo è questa tastiera ed internet. Quella stessa prigionia che costringe a mettere nel cassetto le lauree e le promettenti carriere ed a scegliere lavori che si possono conciliare con i ritmi della famiglia.
    Tenere la popolazione in un costante stato di bisogno e di precarietà demotiva le proteste più ancora delle cariche degli eserciti, perchè distrae il pensiero dai diritti per concentrarsi sulla sopravvivenza quotidiana.
    E’ quello che deve aver pensato questo governo quando ha infilato in questa manovra (con un sistema ormai noto) l’art. 18 sui “licenziamenti facili”. La forza delle formiche sono i grandi numeri e se i lavoratori si dividono sono destinati a farsi schiacciare, perche nel contratto aziendale sono indubbiamente la parte debole.
    Per questo un appello a Bonanni e alla dirigenza Cisl di cui sono parte e che più volte ho manifestato il disagio per le scelte di vertice, di ascoltare la base che è insofferente!
    Sognando di vedere le mie figlie crescere e lasciarmi finalmente libera di partecipare alla vita del mio Paese, e di aver un giorno un lavoro per cui poter scioperare, propongo di trovare delle forme alternative di protesta per quelli come me che fremono da casa e che vorrebbero unirsi alle persone in piazza ma non possono, magari attraverso la rete.

  25. Laura Speranza ha detto:

    Credo sia arrivato il momento per fare proposte concrete per aiutare le donne, tutte le donne e non solo quelle che ambiscono a carriere ambiziose nei c.s.a. Torniamo a pensare alle donne semplici, a quelle che combattono col nido ed il part-time o quelle che non riescono ad inserirsi nel mondo del lavoro dopo la maternità. Ma dove è finita quella iniziativa della legge Biagi sul reinserimento lavorativo delle donne, dopo che sono state assorbite dalla famiglia e da un neonato? Non so per voi ma nella mia città non ne ho sentito mai neppure parlare. magari sarebbe opportuno una campagna di divulgazione e d’informazione in merito.
    Quando guardo i telefilm americani e vedo i giovani in gamba avere le opportunità che meritano e le donne divorziate riappropriarsi del loro ruolo nella società, mi sembra un sogno. Va bene che la realtà è un’altra cosa della T.V., ma qualcosa di vero ci deve pur essere in quelle sceneggiature, magari è vero che c’è un posto al mondo in cui basta la buona volontà e buone capacità per entrare nel mondo del lavoro e non la solita “spintarella” o un’età anagrafica “idonea”!

  26. Alessandra ha detto:

    Salve. Faccio parte di un’associazione studentesca e ci piacerebbe portare all’interno dell’università una serie di incontri/seminari/iniziative di sensibilizzazione su questo tema… Ci piacerebbe poter parlare con un portavoce per avere anche un vostro contributo/testimonianza/suggerimento. Ho già provato a mandare un email la scorsa settimana ma ancora non ho avuto risposta. Chi posso contattare?
    GRAZIE!

  27. zoe ha detto:

    Ciao
    sono piuttosto interessata allo sviluppo di questo nuovo Movimento “rosa”.
    Con il Paese che va a rotoli, SENONORAQUANDO è uno di quei rari segni che lasciano sperare in una possibile rinascenza.
    Spero a presto
    zoe
    http://zoebia.wordpress.com

  28. Laura Speranza ha detto:

    Ieri sera ero allibita davanti allo schermo dove una cosiddetta escort esternava la sua filosofia di vita in un’intervista televisiva. Come siamo arrivati a produrre tali pensieri? Come si può pensare che l’uso del corpo ai fini della prostituzione possa essere tranquillamente usato per guadagno o carriera e che sia qualcosa di normale e dovuta come l’utilizzo di una risorsa qualsiasi. Questa società deve per forza avere delle responsabilità se ha prodotto nelle giovani menti tali pensieri. Ma la cosa che mi ha da sempre sorpreso non è tanto la leggerezza con cui poi con tali sistemi si distribuivano cariche pubbliche, (da certi uomini ci si può aspettare questo ed altro!), ma che queste signorine ambissero a tali cariche con lo stesso ardore con cui anelavano alle passerelle ed alle comparsate. L’eccessiva visibilità dei politici li ha fatti diventare così ammirati come i calciatori o le star? Perchè una bella ragazza dovrebbe ambire ad una carica pubblica alla stregua di un palcoscenico su cui esibirsi? Ma una volta non erano i secchioni occhialuti e colti, con un più o meno spiccato amor patrio a voler sedere sugli scranni di Montecitorio?
    Il problema non è solo che certi sistemi siano usati da maschilisti incalliti per selezionare la classe dirigente, ma soprattutto perchè le giovani promesse dello spettacolo guardino alla politica come si può anelare ad un provino per il lancio nello star-sistem. Cosa ha fatto della politica uno show?
    Ma voi ve lo immaginate un assessore che la notte fa la lap-dance e la mattina decide l’ultima voce del bilancio mense scolastiche del suo comune?.
    E’ questo l’ennesimo motivo per cui più donne dovrebbero accedere alle cariche pubbliche.
    Credete che un bel ragazzo, dopo una notte di passione, potrebbe diventare ministro? Al più noi donne ci accontenteremmo di un uomo alla volta e non di schiere di minorenni, con cui riempiremmo poi la pubblica amministrazione?
    Una piccola nota di servizio: io sto usando questo spazio per uno scambio d’idee, ma non so se è lo spazio giusto, non vorrei abusare di questa sezione del sito per un uso improprio. Se no quale potrebbe essere un modo per scambiarci commenti da casa, per ora per me è l’unico sistema per contribuire e partecipare alla causa.

  29. Monica ha detto:

    Salve, volevo sapere se parteciperete alla manifestazione del 15 Ottobre a Roma e se no perchè. Grazie

  30. Paola ha detto:

    Ciao a tutte,
    sono di un piccolo paese in Abruzzo, c’è un comitato SNOQ nelle vicinanze di Lanciano (Ch)? mi piace la vostra iniziativa e vorrei fare qualcosa per partecipare.
    Una cosa vorrei dire, ma c’è qualcuno che legge gli articoli che vengono pubblicati sia sui giornali che sul sito SNOQ? perchè mi sembra che a nessuno importano i “danni” che quello, senza fare nome, sta facendo. E poi quel modo di fare da vero dittatore, “io non mollo”… ma è possibile debellare questo cancro che ci sta uccidendo?
    spero in una rivoluzione, ci avete provato il 13 febbraio e poi a Siena ma nessun telegiornale (forse quelli del “regime”)ne ha parlato, come mai?
    Ma dai!!!!
    Spero di poter partecipare più attivamente e comunque grazie di esserci.

    Saluti.
    Paola.

  31. Ilaria ha detto:

    Salve come Comitato SNOQ della Città di Massa (Toscana) vorrei sapere come mai le comunicazioni che inviamo sia a “materiali@” che “appuntamenti@” non vengono pubblicate!
    Posso sapere se vi sono arrivate? Grazie

  32. Anna Braschi ha detto:

    Abbiamo da febbraio un gruppo fb se non ora quando San Miniato al quale sono iscritte 85 persone. Sono venuta a Siena a titolo personale perché un comitato non è stato costituito. perchè non c’è stata nessuna informazione sull’incontro del 24? Sinceramente me ne dispiace molto.

    • Ilaria ha detto:

      Anna mi daresti un indirizzo mail al quale potervi contattare…così vi inserisco nella mailinglist regionale ed entrate a far parte della RETE SNOQ TOSCANA:)

    • mobilitazione ha detto:

      Abbiamo mandato tutte le notizie sull’incontro alla mail: a.braschi@archiworld.it, che credo sia la tua. Se non ti sono arrivate, controlla che non siano finite nello spam. Mi dispiace non abbiate saputo dell’incontro!

  33. Cristina Tealdi ha detto:

    c’è un gruppo snoq in Liguria? io sono di Imperia . Grazie

  34. stefania ha detto:

    CIAO A TUTTE. VORREI FARE UNA PROPOSTA. NELL’ATTESA CHE SI DECIDA PER UNA NUOVA AZIONE CHE PARTA DA NOI DONNE, VORREI PROPORRE CHE LE DONNE CHE VOGLIONO PARTECIPARE ALLA MANIFESTAZIONE NAZIONALE DEL 15 OTTOBRE A ROMA, QUELLA DEGLI INDIGNADOS, SI DIANO UN APPUNTAMENTO TUTTE QUANTE ALL’INIZIO DELLA MANIFESTAZIONE PER SFILARE TUTTE INSIEME, CHE CI SIA INSOMMA NELLA MANIFESTAZIONE UNA VISIBILE E NUMEROSA RAPPRESENTANZA DI DONNE “INDIGNADAS”. PERCHE’ AD ESSERE INDIGNATE SIAMO ORMAI IN MOLTE! PER MAGGIORI INFORMAZIONI E PER ADERIRE ALL’APPELLO CLICCATE QUI:
    http://www.facebook.com/event.php?eid=169045556514271

  35. Ilaria ha detto:

    I Comitati SNOQ di Massa, Firenze, Pisa, Prato, Siena e Pistoia
    scenderanno in piazza giovedì 13 Ottobre con una fiaccolata in memoria della
    tragedia che ha visto la morte di 5 giovani donne sfruttate!

    I loro nomi, Tina Ceci, 37 anni. Matilde Doronzo, 32. Giovanna
    Sardaro, 30 anni. Antonella Zaza, 36. E Maria Cinquepalmi, 14 anni.
    Queste sono le donne morte nella strage annunciata. Le adulte
    lavoravano in nero per 4 euro l’ora.
    “Non servono le parole di commiato, serve strappare le donne dalle
    condizioni di ricattabilità. Le donne e gli immigrati che sono l’altra
    grandissima categoria debole. Questi sono crimini che vanno addebitati
    a chi ha organizzato il lavoro in quel modo e a chi continua a pensare
    una organizzazione sociale che rimanda le donne negli scantinati e in
    luoghi pericolosi e bui dai quali è impossibile uscire in caso di
    “tragedia annunciata” come questa.”
    SCENDIAMO IN PIAZZA MUNITE/I DI CANDELE O QUANT’ALTRO POSSA FARE LUCE
    E URLIAMO IL DOLORE ED IL DISSENSO PER UN PAESE DOVE NEANCHE I DIRITTI
    FONDAMENTALI, QUELLI UMANI, VENGONO RISPETTATI!

    Evento su FB: https://www.facebook.com/event.php?eid=196604677078545

  36. Ilaria ha detto:

    VENERDÌ 21 OTTOBRE 2011 ORE 17.00 Presentazione del libro “Pas: presunta Sindrome di Alienazione Genitoriale” di Sonia Vaccaro e Consuleo Barea presso la Biblioteca Civica di Massa-Sala della Linea Gotica (Piazza Mercurio 22, 54100, Massa-MS)
    L’Associazione A.R.PA. (Associazione Raggiungimento Parità) ed il Comitato Se non ora quando della città di Massa, in collaborazione con il Comitato 13 febbraio di Pisa e Femminismo a Sud invita tutte e tutti a partecipare alla presentazione di questo interessante libro che affronta un argomento di importanza enorme, una bugia colossale che vuole cambiare i connotati dell’affido dei figli in caso di divorzio!
    ” La “pretesa sindrome di alienazione parentale”, così come l’ha denominata l’Associazione di Psicologia Americana (APA), “PAS” per la sua sigla, e l’ideologia che la sostiene, è un costrutto pseudo-scientifico che è stato utilizzato, sin dalla sua creazione negli USA nel 1985, in ambito gudiziario e nelle cause di divorzio nelle quali si disputa l’affidamento dei figli, generando situazioni di alto rischio per i bambini e provocando una involuzione nei diritti umani delle bambine e bambini e delle madri che vogliono proteggerli.

    L’effetto intimidatorio che produce la sua sola menzione nella giustizia, fa sì che alcuni professionisti, spinti solo dalla voglia di guadagno, la utilizzino abitualmente nei casi conflittuali di divorzio. Questo attributo della “PAS” la converte in uno strumento “ad hoc” che oltretutto nasconde l’incesto e la violenza di genero preesistenti. La comparsa del “PAS” in qualsiasi conflitto gudiziario riduce tutto all’alienazione paterna e trasforma automaticamente le vittime in carnefici.

    In questo libro le autrici presentano, attraverso una esaustiva indagine, l’autentica realtà di questa infondata sindrome, carente di ogni base scientifica, rifiutata attualmente negli USA. Desiderano con esso formare ed informare i professionisti del diritto, la salute mentale e i servizi sociali che vogliano portare a termine una buona prassi nel campo del divorzio e dell’affidamento e apportare argomenti, di conoscenza e razionalità, che permettano di restituire alle vittime la credibilità delle proprie legittime lamentele sul genitore abusante e negligente.

    L’obiettivo finale di questo libro è proteggere le bambine e bambini, vittime innocenti dell’applicazione di questa supposta sindrome, della “terapia della minaccia”, coazione che propongono coloro che la applicano come unico “trattamento” valido.”

    ore 17.00 Introduce Enza Panebianco di Femminismo a Sud

    ore 17.30 Presenta il libro l’autrice Sonia Vaccaro psicologa e clinica specializzata in violenza di genere. Lavora da più di venti anni sui temi relazionati alla violenza basata sul genere: nella prevenzione, assistenza alle vittime, formazione di professionisti e supervisione di casi clinici. In Argentina è stata membro del Gruppo di Indagine Interdisciplinare sulla violenza domestica della direzione nazionale di politica criminale. Attualmente vive e lavora in Spagna per la Commissione di Indagine sui maltrattamenti alle donne.

    ore 18.10 Domande dal pubblico

    ore 18.30 Conclude Frida Alberti dell’ Associazione A.R.PA.

    Sarà presente anche la traduttrice del libro Francesca D’Antonio

    Per saperne di più:
    http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2010/09/13/un-libro-sulla-sap-o-pas-la-presunta-sindrome-di-alienazione-parentale/

    http://www.soniavaccaro.com

    http://www.arparita.blogspot.com

  37. Valentina ha detto:

    Salve a tutte!

    Mi chiamo Valentina e sto preparando una tesi di laurea.
    Come argomento ho scelto il ruolo della donna, i vari cambiamenti attraverso le guerre, il progresso fino ai giorni nostri. L’idea è partita in seguito allo scoppio del caso Ruby, perchè mi ha portato a riflettere su tutti gli sforzi fatti e i soprusi subiti dalle generazioni passate e anche odierne, che vengono praticamente distrutti da queste donne/ragazze a mio avviso senza scrupoli ( e oserei dire anche con poca stima di se stesse).
    Mi sto rivolgendo a questo forum perchè nella mia tesi vorrei anche parlare di questo comitato e delle manifestazioni che si sono svolte quest’anno, oltre che dell’instancabile e continuo lavoro che svolgete.
    Quindi, arrivando al sodo vorrei sapere se ci sono dei materiali particolari o che secondo voi potrebbero essermi utili in qualche modo.

    Ringrazio anticipatamente chi vorrà aiutarmi!!

    Ciao!

    • Valentina ha detto:

      Dimenticavo, ho già dato un’occhiata alla sezione materiali e ci sono cose molto interessanti.
      Volevo chiedere però se magari qualcuna delle frequentatrici di questo forum ha magari qlc libro in particolare da consigliarmi o magari altri siti o articoli.

      Grazie di nuovo!!

      • Stefania Barzini ha detto:

        Valentina ciao! Bella idea! Di suggerimenti ne avrei ma sarebbe meglio parlarne in privato. Se per caso sei su FB puoi trovarmi sotto il nome Stefania Barzini e mandarmi lì un messaggio personale, altrimenti lasciamai la tua mail e ti contatto io. Un abbraccio e buon lavoro! Stefania

      • mobilitazione ha detto:

        Certo, perché non ci scrivi su info@senonoraquando.eu? Spiegaci bene che tipo di letture cerchi e cerchiamo di aiutarti.
        Moltissimo materiale è anche in rassegna stampa. Sui temi che ti interessano trovi articoli molto interessanti soprattutto a ridosso del 13 febbraio, quindi in archivio, sarà un po’ faticoso ma ne varrà la pena 🙂


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