NO, non ci stiamo!

Abbiamo offerto un patto al nostro paese: facciamo dell’Italia un luogo vivibile anche per le donne, cambiando lo stato sociale, arrestando la tendenza al declino, riportando l’Italia al centro dell’Europa.
Siamo convinte che senza questo patto non si esce dalla crisi istituzionale, politica, economica e morale che sta strangolando la società italiana.
L’ unica risposta arrivata è questa manovra.

ECCOVI LA MAPPA :

SIAMO QUI. PRIMA DELLA MANOVRA

Le donne italiane lavorano 60 ore alla settimana, più di tutte in Europa.
Solo il 46 % ha un’occupazione; la media europea è del 60%.
L’Italia è al 21esimo posto tra i paesi industrializzati per l’indice di benessere delle donne madri.
3 milioni e mezzo sono le donne che non lavorano per assenza di servizi.
Solo il 18 % dei bambini trova posto nei nidi.
800.000 sono le donne licenziate o costrette a dimettersi per la maternità.
Se lavorano, le donne hanno salari del 30 % più bassi degli uomini a parità di mansioni.
Le donne anziane sono le più povere e percepiscono le pensioni più basse per avere accudito, nel corso della loro vita lavorativa, figli, nipoti, genitori.
Le donne giovani sono più precarie dei giovani uomini e più laureate. Pagheranno la precarietà: oggi con l’incertezza del futuro, domani con una pensione misera.
Le donne sono marginali nella vita pubblica, perfino più che in alcuni paesi in via di sviluppo.

SIAMO QUI. DOPO LA MANOVRA

Sono soprattutto donne i pubblici dipendenti che garantiscono il funzionamento delle scuole, degli ospedali e degli altri servizi: a loro la manovra, dopo aver già aumentato a 65 anni l’età pensionabile, rimanda l’erogazione della liquidazione, blocca gli aumenti salariali, non rinnova il rapporto di lavoro precario, diventato in questi anni la norma anche nel settore pubblico.
Alle donne che lavorano nel privato dal 2014 viene progressivamente aumentata l’età per aver diritto alla pensione, senza dare nulla in contropartita.
Cambieranno le norme per ottenere la pensione di reversibilità, percepite prevalentemente dalle donne.
I tagli indiscriminati e pesanti agli enti locali diventeranno tagli ai servizi: asili, trasporto pubblico per le scuole, assistenza agli anziani, fondi destinati alle fragilità sociali che andranno tutti a carico delle donne, giovani e anziane.
Lo Stato, dunque, abbandona a se stessi bambini, vecchi, malati, disabili, tanto saranno le donne a prendersene cura. Ovviamente gratis.
Infine l’articolo 8, che cancella diritti non negoziabili delle lavoratrici e dei lavoratori, renderà ancora più drammatica la vita delle donne.
Le scelte del governo sono dannose per le donne e inutili per tutti perché recessive.
 
Non consentiremo che si continui a governare contro le donne e contro il futuro dell’Italia.

Comitato Promotore SE NON ORA QUANDO?


32 commenti on “NO, non ci stiamo!”

  1. Maurizia Menotti ha detto:

    credo che si debba organizzare una seconda maxi manifestazione in tutte le piazze delle grandi città ( e anche a Reggio Emilia che non è grande ma ha un grande cuore che partecipa e batte forte

    • halia ha detto:

      GIUSTO…NON CI STIAMO!!! COME DONNE, COME CITTADINE, COME PERSONE PENSANTI…DIFENDIAMO LA NOSTRA DIGNITA’ E QUELLA DEL NOSTRO PAESE da chi ogni giorno LA OLTRAGGIA E LA VIOLENTA…UN’ALTRA SCELTA E’ POSSIBILE…ORGANIZZIAMOCI!!!

    • Marge ha detto:

      L’unica soluzione è LO SCIOPERO GENERALE DI TUTTE LE DONNE PER UNA SETTIMANA:
      Le donne tutte in tutti i settori dovranno astenersi da qualunque lavoro retribuito e non,
      fuori casa o domestico per 7 sette giorni.
      Dal lunedì alla domenica senza ECCEZIONI ALCUNE.
      Alla fine dello sciopero forse l’Italia si renderà conto che le donne REGGONO il nostro Paese perché sono più del 50% di esso.
      Facciamolo, vi prego.
      Se non ora quando comitato promotore, facciamolo!!!!

    • Marge ha detto:

      SCIOPERO SCIOPERO!

  2. Franca ha detto:

    Pienamente d’accordo Franca – Venezia

  3. Gabriella Gemmo Duse ha detto:

    Ci siamo riunite a Bergamo e ci siamo chieste perchè questo silenzio di Snoq. Siamo convinte che bisogna dare voce all’indignazione sempre più rabbiosa per un governo che tutela solo gli interessi di coloro che vivono di politica,esprime incertezze e falsità. Tutti i tagli ai servizi ricadranno sulla quotidianotà delle donne, che faranno ancora più fatica a far figli e lavorare.E il costo della politica? e le spese per gli armamenti? e i previlegi insopportabili della casta’?
    Dobbiamo scendere in piazza in tutta Italia a gridare il nostro “Basta” .
    Bisogna che il Comitato Organizzativo proponga un’azione coordinata su tutto il territorio: mi piacesebbe che tutte/ioccupassimo le piazze e le vie centrali delle nostre città e paesi con carrozzelle, passeggini, bambini e bambolotti,fiocchi rosa e azzurri per il diritto alla maternità a carico della fiscalità pubblica.
    Solo se siamo in tante/i riusciremo a passare il muro di gomma dei Nostri ottusi politici.

    • luisa ha detto:

      E’ vergognoso che si voglia convincere le donne che andando in pensione piu’ tardi si ha la possibiloità di rimanere attive sul mercato del lavoro.
      noi si vuole essere attive nella nostra vita privata, ci sono bimbi da crescere e vecchi da accudire!! Basta a chi crede di rappresentarci e fa soltanto danni..Le donne stanno perdendo dignità e rispetto grazie anche a quelle che si vendono alle strategie di potere.
      Tocca a noi manifestare ancora, scendiamo ancora nelle piazze e difendiamo i diritti di tutti. Luisa di Vigevano

  4. marco ha detto:

    felice di vedere un po’ di dati. Sinora pur non avendo girato molto questo sito, avevo trovato più confronti a fini puramente mobilitativi o dichiarazioni di una parte politica, che dati, che invece secondo me sono quanto mai importanti se volete coinvolgere altre persone e non limitarvi ad avere una piattaforma che funga da luogo di coordinamento tra già convinte/i

    Avete qualche libro o sito che consigliate per inquadrare meglio la condizione socioeconomica della donna, possibilmente – come qui iniziato embrionalmente a proporre – in chiave comparata europea?

    Io personalmente evito le conclusioni a priori: i mass media (main stream quanto volete) passano veloci la “palla” (avvelenata?) che certe ricadute (quelle che più o meno vedo in parte descritte su questo sito e evidentemente in questo articolo) sulla donna sono necessaria extrema ratio per la sopravvivenza in contesto europeo.
    Avete dati e analisi, biliowebgrafie – complesse, intendo, non solo uno scorcio come quello che (encomiabilmente intendiamoci) avete qui iniziato a proporre – che rendano conto della percorribilità (non dico certa ovviamente, ma quanto meno, dotata di buon senso) di una contromanovra che si ispiri ai principi cui questo sito si rifà?

    Perché guardate, al di là della probabile malafede di molti partiti, le argomentazioni analitiche sono necessarie se si vuole uscire dall’estemporaneo e dal folcloristico (settore nel quale credo una parte non piccola dei media incornicino le vostre azioni e richieste).

    Io personalmente non ho alcuna voglia di delegare a partiti/sindacati (di sinistra, centro, destra, poco importa) il “giusto modo” d’interpretare una manovra o una legge.
    Prendo ovviamente atto che queste figure di mediazione politica ( liberaldemocraticamente essenziali intendiamoci) ci sono, ma non mi basta prendere le dichiarazioni di un politico o di un giornale di una parte politica o di un’altra per farmi un’opinione
    Ovviamente per me “opinione” a tal riguardo è: qualcosa che matura analiticamente nel tempo confrontando e mettendo insieme esperienze dirette personali con analisi proprie delle scienze sociali

    Detto ciò: avete indicazioni bibliowebgrafiche per corroborare la fattibilità operativa all’interno del contesto Ue (nella fattispecie di “crisi” – così molti media la indicano) di una controproposta ispirata ai principi qui da molte/i di voi fatti propri?
    Domando questo, perché se lo stadio di controproposta al quale si è, è solo quello di dichiarare quel che non si vuole (con tutte le ottime ragioni indicate) senza mostrare la percorribilità di un altro percorso, pur facendo tutti gli in bocca al lupo, credo si rivelerà poco più che un buco nell’acqua
    Perdonate il realismo e spero di sbagliarmi ovviamente

    Grazie, Marco

  5. paola ha detto:

    Qual’è la posizione di SNOQ rispetto alla grande manifestazione di “Il treno delle donne per la costituzione” ? non sento parlare di adesioni…eppure sarebbe utile l’unione difronte a tematiche unitarie……….

  6. Virginia conte ha detto:

    Manifestare senza proporre a questo punto non serve.
    Facciamo una contro manovra. Non ci sono economiste di buona volontà che possano darci una mano? Credo che Milena Gabanelli, ottima giornalista, sarebbe in grado (ben più di tanti politici che cianciano) di guidarci nella ricerca di fondi. I suoi programmi hanno analizzato a fondo gli sprechi della politica e dell’amministrazione.
    E’ questo il punto dal quale partire: senza finanziamenti non si possono avviare tutti quei servizi necessari alla vita delle persone (non siamo numeri, ma persone) e rilanciare l’economia attraverso la ripresa di settori pubblici e privati penalizzati dall’attuale situazione economica.
    E tagliamo questi maledetti sprechi della politica! Ho sentito un po’ di conteggi (qualcuno mi corregga se sbaglio) e mi sembra che l’innalzamento dell’età pensionabile delle donne non comporta un gettito poi tanto superiore a quello che verrebbe dai tagli ai privilegi dei nostri parlamentari.
    Per esempio: le auto blu solo alle 5 cariche più alte dello stato; dimezzamento dello stipendio di tutti i parlamentari e ministri (=stipendi dei loro partners europei); servizio bar, mensa, barbiere, ecc…a prezzi correnti; assistenza sanitaria adeguata al loro reddito (pare che abbiano persino esenzioni!) il tutto a partire da gennaio 2011 (quindi retroattivo, non è illegale visto che lo fanno spesso con i provvedimenti che ci riguardano).
    Poi interventi strutturali: incompatibilità durante il periodo di servizio come parlamentare fra lavoro e carica politica. Non ci prendiamo in giro: chi deve fare a tempo pieno il parlamentare (come dovrebbe essere) non può fare a tempo pieno il professore, per es., quindi è pagato il doppio per due lavori che fa a metà. Quindi o rinuncia a uno dei due oppure fa due part-time. Riforma delle pensioni, ma partendo dalle loro che dovrebbero essere calcolate come per tutti i lavoratori sulla base degli anni di lavoro svolti. Quindi basta con i vitalizi, basta con le pensioni da nababbi e con le sperequazioni tra chi percepisce € 500 e €150000 al mese. E poi ci sono gli enti inutili, i dirigenti pubblici strapagati che passano da un settore all’altro lasciando dietro di sé deficit e licenziamenti; e l’evasione fiscale…
    L’elenco sarebbe lungo. Credo che solo con una proposta concreta possiamo scendere nelle piazze: se abbiamo un progetto e le indicazioni per reperire i fondi la maggioranza degli italiani riempirà le piazze, altrimenti saremo probabilmente molte, ma non abbastanza da incidere per dare una svolta a questo paese.
    Per riassumere: analizzare, proporre, manifestare, ma in modo deciso, fino al raggiungimento dell’obiettivo.
    Una considerazione da donna meridionale che vive nel meridione. Tutte le auto blu requisite dovrebbero essere messe all’asta e finanziare la polizia che è allo stremo fornendo mezzi e formazione. Se non si rilanciano la polizia e la finanza potenziando le parti migliori, qui l’economia non decollerà mai, né per gli uomini né per le donne. Qui, chi paga le tasse e lavora nel privato le paga due volte: allo Stato e alla malavita. L’imprenditoria femminile, che pure potrebbe ottenere finanziamenti europei, stenta a decollare perché c’è una giungla da attraversare prima di arrivare alla meta, non ultima la burocrazia.

    • marco ha detto:

      Grazie Sig.ra Conte,
      personalmente questo è un tono, un metodo, un modo di procedere nel quale mi ritrovo molto più che in semplici slogan sentiti sinora. Grazie quindi per le proposte e lo spirito che le guida
      E lo preciso, non è che mi pronunci contro gli slogan, ma gli slogan sono quel che sono e hanno tutti i loro limiti (almeno secondo me)

      Poi:
      non sono un tecnico, quindi non so valutare nel dettaglio le singole proposte della Sig.ra Conte, però mi sembrano abbiano una logica che fila, una coerenza interna più che apprezzabile diciamo, oltre ad avere il grande vantaggio che parlando di cose che hanno una qualche verificabilità a partire dai dati e non solo dal vissuto di una persona
      N.b. il vissuto di una persona ha una valenza fondamentale, che la nostra vita quotidiana cerca di valorizzare e che discipline come l’antropologia, la psicologia, certe parti della sociologia, cercano di mostrare. Poi ovviamente c’è l’arte, la poesia per rendere tutto questo, ma tradurre un vissuto in termini politici è una cosa estremamente difficile, oltre che rischiosa

      un vissuto è mediaticamente è oscurabile, manipolabile, oltre ad essere comunque difficilmente comunicabile, perché un vissuto se non si è bravi narratori è estremamente difficile da trasmettere. E faccio pure un esempio: guardate il commento della Sig.ra Favaron a un articolo sempre comparso su questo sito

      In pensione a 65 anni. E niente in cambio?


      è un’analisi splendida (che sensibilità e finezza psicologica!!) ma che ha dei riferimenti culturali – tipici di chi con la cultura di sinistra ha dimestichezza – difficili da maneggiare per chi a quella cultura per un motivo o un altro è estraneo…e non condannate a priori chi non facesse in partenza propri quei valori (per altro la sua è un’analisi complessa e forse non comprensibile per semplici ragioni di complessità e non ideologiche a molte/i). Fareste a mio parere un errore politico incommensurabile a stigmatizzare chi non capisce un certo linguaggio)

      Ottima l’idea della Gabbanelli: ha un passato che parla, giornalismo che io sappia non l’ha mai fatto col “mordi e fuggi” tipico del newsmaking ma “sporcandosi” felicemente le mani con le analisi. Ottimo, poi ovviamente è donna
      Lo scopo secondo me dovrebbe seguire una dinamica propositiva di questo tipo:
      1) pressione dal basso (non so i numeri di Snoq, ma almeno lo spirito mi pare ci sia)
      2) intervento di una qualche persona con la competenza per una proposta (Gabbanelli nell’es. sinora preso): ovviamente se sono più d’una anche con competenze diverse meglio
      3) penetrare l’agenda dei media (quelli non palesemente in malafede o collusi con questo dubbio governo…se poi anche questi si prestassero tanto meglio, ma ritengo improbabile che lo facciano, visto che la mia ipotesi è che per lo più non ci sia buona fede da parte di queste strutture/organizzazioni).
      E qui bisogna ragionare al di là delle correnti politiche/partitiche: quindi che Manifesto, l’unità, repubblica, corriere della sera, la stampa, riportino: tutto questo sarebbe positivo senza discriminazioni o preclusioni. L’obiettivo per me dovrebbe essere rivolgersi alla società tutta, limitando l’invettiva e mostrando tutto il potenziale analitico, propositivo. Forse facendo mangiar loro il cappello potreste “costringere” una serie di vetuste e grandi firme di rinomati quotidiani italiani ad ammettere che ci sono forze di piazza in grado di andare oltre la piazza, di usare in modo “rivoluzionario” il web…
      e poco importa se questa proposta sarà poi quella giusta o meno: formulata con certi crismi e non solo con slogan, i media (quelli non collusi) non potrebbero dare un’etichetta d’infantilità per la (contro)proposta. Saranno, volenti o nolenti (hanno i loro interessi, anche economici, non voglio prendere in giro nessuno), costretti a dare a questa spazio. Come dire, la piazza avrebbe “imposto” alla liberaldemocrazia (ogni giorno più lontana) di darle giusta rappresentanza

      Con questo io, va detto proprio per rigore metodologico, non so cosa Snoq o la Gabbanelli o chi altra/o venga scelto come esperto rappresentativo, possa partorire come controproposta…e forse (democrazia è anche questo, e va accettato…) avrò da ridire e su alcune cose mi dissocierò. E come me, suppongo altre/i … tanto più se si coinvolgono non solo persone già convinte di un’unica linea o modo di procedere…ma c’è poi questa linea? e chi la ha? Bersani? la Camusso? Vendola?
      Il punto vedete secondo me è la qualità della società civile e del dibattito che nel proprio seno questa è in grado di promuovere…non le conclusioni su cui si giunge intorno a un singolo tema.
      Se la qualità del confronto che passa internamente alla cittadinanza (non solo quella già interna a partiti) si innalza e si infittisce, la mafia arretra, i rappresentanti fantoccio e ladri non han più spazio, chi commette reati viene processato. Perché è la società civile a mobilitarsi per una quotidiana – non quinquennale…quotidiana! – trasparenza

      magari, non chiederei altro

      mi permetto un’ultima provocazione che mi sembra estremamente attinente e che viene da un’antifascista, da sempre dotato di un equilibrio eccezionale (se poi pensate che canta davanti a interi stadi)

      continuiamo a riflettere
      come collettività…ma anche come singoli

      😉
      marco

    • gianna ha detto:

      La nostra azione politica, nella attuale contingenza, si può solo definere RESISTENZA! Ora dobbiamo difenderci! E’ una fase, poi verrà quella propositiva che dovrà tenere conto tra l’altro delle spese per gli armamenti, non toccate mi sembra dalla manovra. Le donne sono per la pace. E’ una argomentazione prioritaria, non dimentichiamolo, che ci caratterizza.

  7. Manuela Mimosa ha detto:

    bene.. che si fa?.. secondo me il treno delle donne per la costituzione potrebbe essere una buona occasione per unire le forze in obiettivi comuni
    proposta due SCIOPERO DELLE DONNE chiedere a tutte le organizzazioni sindacali, a tutte l CPO un’azione coordinata e poi avanti tutta.. secondo me si può fare…

  8. Enza ha detto:

    A noi chiedono i sacrifici (sicuramente alle donne di piu’) e loro si fanno un’aumento (con voto unanime) di 1300 € mensili. Questo negli ultimi quindici giorni a quanto pare. Senza contare che oltre ad uno stipendio astronomico hanno tutto gratis. Non è ora di finirla. E’ da domenica
    che sono furiosa perchè ho ricevuto una mail in cui c’era il dettaglio di cosa guadagnano i nostri onorevoli e quali agevolazioni hanno. Lo spevate che a loro vengono rimborsate anche le spese dello psicologo? Poverini, hanno tanti problemi!!!! Non come le donne che lavorano in un call center a 350 € al mese. Io ne so qualcosa!!!!

  9. nadia ha detto:

    Marco … Cazzo scrivi? Libri? Dati? No non ne abbiamo abbiamo rabbia anche repressa da canalizzare abbiamo il diritto di essere riconosciute e apprezzate in quanto donne. Servono dati per questo? Abbiamo il diritto di non essre costantemente prese in giro! Non ci servono i tuoi consigli…. Non ho letto tutto quello che hai scritto perchè già dalle prime righe si capisce quanto voi uomini siete “pratici”. Talmente pratici che ovunque ci sia bellezza voi usurpate e rovinate. Affari nostri come ci riuniamo… Se sei con noi non mettere il tuo becco da “saccente”. Siamo chiare e limpide e non abbiamo bisogno di altro. Se sei con noi devi ragionare come noi. senza schemi mentali. Sappi però che siamo arrabbiate nere. una donna anziana è la più povera perchè ha pensato per la famiglia…ora chi pensa a lei? Queste son le cose da chiarire altro che dati! E magari il marito dice anche che ha gli acciacchi , rompe e preferirebbe le ventenni? Già ma quando la sua donna apriva le gambe faceva comodo…. Eh no! Basta. Le casalinghe dovrebbero avere una loro pensione. Ma tanto per gli uomini una donna che è “rimasta a casa” non ha mai fatto niente!!! Così la pensate già ma spesso non avete il coraggio di dirlo. Ecco il motivo del perchè la donna è penalizzata . Fa il suo “dovere” è nata per questo cosa vuole? Vorrei che tu caro uomo facessi quello che faccio io. Quando lavori in casa, non mi fai un “favore” perchè sporchi e usufruisci anche tu.

    • marco ha detto:

      ok, va bene

      Comunque io proprio non credo che quest’astio vi aiuti…se non forse in una prima fase di coesione interna

      va bene, mi metto nell’ottica che devo essere io (uomo) che devo apprendere, anche se questa unilateralità (neanche leggere il commento…valutare dal modo in cui è scritto. Ognuno ha un “modo”, l’ho io, lo hanno le/gli altre/i) secondo me è una falla

      Comunque, ok, diciamo che per ora non avete scelta se non protestare “senza dati”, allora la strada è immensamente lunga, anche perché non potrete che finire sotto l’egida di partiti e sindacati. L’auto-organizzazione resta prevalentemente logistica e di solidarietà, ma i concetti ve li farete fornire spesso “dall’alto”

      ho apprezzato molto lo sforzo di Virginia Conte…io ovviamente di mio proseguirei in quella direzione, l’idea della Gabbanelli mi piace e non solo quell’idea…mentre a latere noto che ieri avevo scritto un commento proprio all’articolo di Virginia Conte…e che oggi sul sito non compare…va beh…evidentemente non sarà piaciuto il modo (da tutto si apprende…)

      marco

      • marco ha detto:

        o meglio, pardon, vedo quando inserisco i dati nel form che quel commento risulta ancora in moderazione…forse è solo un fatto tecnico (contiene 2 link e questo forse rallenta i tempi informatici, boh), in tal caso chiedo scusa ai gestori di Snoq.

        Comunque se la pensate prevalentemente come Nadia è solo un altro commento da non leggere e domando scusa se ho occupato inutilmente uno spazio virtuale, non piccolo, che evidentemente è – non l’avevo capito – rivolto ad altri temi ed approcci sui quali sicuramente ho da imparare e per i quali – sicuramente – non sono pronto

        🙂
        m

  10. Giulia Salfi ha detto:

    nel latino classico, donna era mulier, ma chissà perchè…è derivato da domina, che vuol dire signora, cioè quella che comanda. Ora che facciamo, ce lo dimentichiamo?
    Il riuspetto bisogna PRETENDERLO e abbiamo tutte le carte vincenti per averlo: siamo laureate, lavoriamo, cresciamo una famiglia e ci faccaimo un culo così. E’ arrivato il momento di farlo a chi non ci vuole nei CDA, a chi non ci aiuta con gli asili, con i corsi adattia noi, alla nostra mentalità.Persino la medicina è fatta male , perchè il cirpo della donna è differente da quello dell’uomo, ma le medicine sono uguali, e sono previsti gli stessi dosaggi, cosa sommamente ingiusta epericolosa, perchè abbiamo delle differenze fondamentali a livello di equilibrio ormonale, fisiologico, perciò una risposta immunitaria differente. Lo stesso fanno per le pensioni, non capiscono perchè non VOGLIONO capire, facciamoglielo capire. Tocca a noi salvare sto paese a rotoli.Donna uguale: duttilità, spirito di sacrificio, capacità di fare tante cose contemporaneamente, intuito, ….completate voi, ciao un abbraccio a tutte. Ma se ci sono ancora molte idee confuse dipende anche da noi, che ce lo siamo fatto fare, e se una donna è schiavizzata e-o maltratta, non aprlo solo di italia, è colpa delle altre che sono complici e-o rassegnate. Chi è che cuce il chador per la ragazza che diventa donna? La madre. Ora qua noi abbiamo di di sicuro no! Ma abbiamo delle grate mentali che se le osservi bene, sono un’illusione, perchè ci hanno imposto così. Ringrazio iddio per mia nonna, che la sapeva lunga. “senti Guido-mio nonno- io sono stufa di fare all’amore così con te, o mi sposi, o ti mollo…” “che vuoi fare , vuoi andare volontario in guerra? e allora la perdiamo…dove va Mussolini con gli stivali di cartone”. Diamo retta al nostro istinto, ciao!

  11. Donatella Ferrari ha detto:

    non troviamo più aggettivi adatti a qualificare questo governo indifferente ai problemi della gente, promuoviamo una protesta permanente in tutti i territori, la fantasia non ci manca… oggi più che mai le donne hanno voglia di farsi sentire.
    abbiamo bisogni di dare una risposta a questo senso di impotenza…

  12. Valk65 ha detto:

    Il problema è che i politici si sentono Dio. Non hanno “paura” perchè vivono in case sicure e non nelle periferie, hanno le scorte, i loro figli vanno nelle scuole private o, comunque, in edifici che non gli crollano sulla testa. Non prendono mezzi scassati, non salgono sugli autobus e non vanno in metropolitana.. le loro mogli non camminano per strade male illuminate dove rischiano di venire violentate. I politici vivono nell’Olimpo e da lassù noi sembriamo solo formiche impazzite. Lassù, nell’Olimpo, sono “lontanissimi” dai veri problemi perchè loro non li vivono. Qual’è la mia conclusione?La mia conclusione è francamente cattiva: devono imparare la paura, devono imparare che se Dio c’è non è nessuno di loro. Devono tornare sulla terra, devono pagare quando sbagliano e non devono avere più diritti e favoritismi degli altri e devono essere in buona parte sterminati – io lo farei fisicamente – ma mi accontenterei di togliergli almeno un migliaio di inutili poltrone e con un migliaio dei loro stipendi credo che avremmo risolto la crisi. Gli ideali sono una cosa meravigliosa ma toccano il cuore a chi un cuore ce l’ha e questa classe politica, francamente, mi pare solo un branco di squali.. e come tale và trattata.

  13. Paola Scatena ha detto:

    Avremmo un ministro delle pari opportunità…qualcuno l’ha vista????

  14. mobilitazione ha detto:

    Grazie dei commenti, della rabbia, delle idee, dell’energia. E’ sicuramente il momento dell’azione, della protesta, ma anche della proposta. Stiamo riflettendo sul presente e sul futuro e lo stiamo facendo insieme a voi, anche grazie a questo continuo flusso di pensieri!

  15. Ornella ha detto:

    A questo punto dobbiamo solo scendere in piazza senza bandiere senza simboli tutti insieme perchè vogliamo le sue dimissioni!! credo che sarebbe la manifestazione più umerosa mai vista!! Facciamolo noi donne per mille motivi. Dopo si vedrà, ma intanto smetteremo di vomitare quando leggeremo i giornali e cominceremo a sentirci un paese e non un bordello! Ascoltatemi vi prego!

  16. halia ha detto:

    Come non essere d’accordo? Che parta da NOI DONNE, ma per favore, cerchiamo di organnizzare un coordinamento con gli ALTRI MOVIMENTI INDIGNATI E RESISTENTI!
    Non è il momento delle separazioni e dei distinguo…poi rivendicheremo la nostra specificità!
    Se non ORA, quando? ADESSO!
    L’8 ottobre ci sarà una manifestazione nazionale a Roma…io ci sarò come CGIL,come SNOQ, come Legambiente; come NOTAV, come Libera,come Scuola Pubblica..come DONNA e MADRE.
    Aderiamo come SNOQ… Io ci sarò, mi auguro con tutte voi!

  17. maria brighi ha detto:

    più che ad una manifestazione pensavo subito a qualcosa che fosse più capillare come quando abbiamo tutte messo alle nostre finestre le bandiere della pace o dell’acqua qualcosa che partisse dalle nostre case dalle piazze dai mercati dagli autobus dai treni

    Facciamo qualcosa tutte insieme che può durare un minuto un giorno una settimana
    Che so mettiamo lenzuola bianche alle nostre finestre spengiamo la luce per un minuto una sera, strombazziamo con i clackson sbattiamo i coperchi dalle finestre rendiamo visibile udibile la nostra indignazione per tutto ciò che sta accadendo facciamoci sentire vedere tutte/i.

    Propagandiamo l’iniziativa stampando noi i volantini facciamo fotocopie scriviamo postit portiamoceli dietro attacchiamoli ovunque, mettiamoli nelle cassette postali dei condomini mandiamo mail organizziamci subito con mezzi semplici efficaci rapidi.
    Possiamo farlo.

  18. Mariacarla Cametti ha detto:

    Perfettamente d’accordo che è necessario ed urgentissimo organizzare una maxi manifestazione per le dimissioni di Berlusconi in primis e per illustrare la nostra proposta per un adeguamento della manovra basato sull’annullamento immediato dei privilegi dei parlamentari attraverso
    – dimezzamento degli stipendi, quando -incredibile ma vero- è stato recentemente addirittura approvato all’unanimità un aumento!!!
    – abolizione dei vitalizi con effetto retroattivo a gennaio 2011
    – abolizione dei servizi di cui usufruiscono a costo zero (ristoranti, palestre, parrucchieri, trasporti terrestri ed aerei, bus,metro, autostrade, cinema, teatri, stadi, eventi, piscine,palestre, assicurazioni, auto blu
    – abolizione della copertura sanitaria privata dei deputati e di più di 1000 loro familiari che soltanto nel 2010 è costata allo Stato più di 10 milioni di euro
    – diritto alla pensione equiparato ai tempi stabiliti per tutti i cittadini, e cioè dopo 40 anni di vero lavoro e non 35 mesi di saltuaria occupazione dei banchi di Montecitorio.
    Mi sembra una proposta da prendere in considerazione in quanto rappresenterebbe un bel risparmio che potrebbe evitare di tagliare servizi essenziali ai cittadini onesti Qualcuno al corrente dei costi sarà in grado di quantificare.

    Con l’occasione si potrebbe organizzare una raccolta di firme per il referendum popolare che sono certa raggiungerebbe il quorum. E forse i nostri politici comincerebbero a capire che rappresentano una vergogna che non può essere sopportata oltre. Sembra assurdo ma si ha l’impressione che non se ne rendano ancora conto.Alla vista delle firme raccolte forse aprirebbero gli occhi sulla realtà.
    Vogliamo organizzarci per una grande sollevazione di massa??
    Mariacarla

  19. Annalisa ha detto:

    Sì, certo Mariacarla…ADESSO, ORA!!!
    Da condividere pienamente la tua piattaforma di proposte e la richiesta di un referendum, ma per schiodare il silvio e la sua deleteria corte, bisogna essere in tanti e martellarli continuamente!
    Per favore, cerchiamo un contatto con i tanti movimenti di base ed organizziamo una “staffetta” di manifestazioni…soli non si vince.
    A Roma , il 1 ottobre ci sarà Sinistra Ecologia e Libertà; l’8 ottobre la CGIL,il 15 ottobre Globalproject con manifestazione europea…non potrebbe essere una buona data e occasione , anche per SNOQ?

  20. Annalisa ha detto:

    Sì, care amiche di SNOQ..è incomprensibile questo vostro SILENZIO ( quello del comitato organizzativo), per non parlare della mancata adesione alle manifestazioni previste o anche l’organizzazione in maniera autonoma!
    Continuamo così e ci INDIGNAMO solo on-line?
    Mi dispiace, non può bastare!!!

  21. stefania ha detto:

    Care amiche le denunce vanno benissimo ma adesso è il momento di AGIRE. Le donne debbono e possono essere da traino per far cadere questo governo, condizio sine qua non per cambiare il nostro Paese e iniziare a pensare al dopo, a cosa vogliamo e a chi vogliamo. Dai recenti sondaggi si evince che il paese è pronto ad una svolta significativa: più donne al potere e una Premier donna. Sta a noi dare la spinta finale, sta a noi invitare donne, uomini, cittadine e cittadini a dire BASTA! Una grande, grandissima manifestazione in tutte le piazze insieme ad uno sciopero, il primo sciopero, della gente comune che parta dalle donne. Che per una mattina si fermi il paese, che ognuna e ognuno di noi si “astenga” da tutto. Dobbiamo dare un segnale forte. E vi assicuro che non si tratta di una fantasia impossibile. Tutte insieme possiamo e dobbiamo farcela. Cominciamo a lavorarci. Se non ora quando? Subito. Adesso.

  22. Alberto Mazziotti ha detto:

    Una ventina di anni fa talvolta ,le donne andavano in pensione con il minimo degli anni
    accontendosi di una piccola pensione perché costrette da motivi di famiglia.Ora sembra che il governo voglia taglieggiare queste piccole rendite.Le donne si chiedono se e’ giusto che nel paese degli evasori fiscali,delle tangenti,e degli sprechi debbano sempre pagare le persone più deboli.

    • marco ha detto:

      cosa sia economicamente la cosa giusta da fare onestamente io per la mia (scarsa) competenza in economia esattamente non so.
      Il problema secondo me invece è in parte altro e ormai da decenni è sempre il solito (ora in era Berlusconiana accentuato)…
      … si chiede di far sacrifici, a chiederlo sono dei “vertici”.

      I nostri vertici sono un pessimo esempio di sacrificio (lo sono invece di menefreghismo e mafia). E non parlo solo dei vertici di centrodestra
      Lo dico onestamente: se ci fosse un senso di socialità, una situazione dove si vede che altri – uomini comuni e politici – compiono quotidianamente sforzi, “stessa barca”, sarebbero poche le cinghie che si farebbe realmente difficoltà a stringere. Quel che fa male non è la fame, è l’ipocrisia

      il punto è che a questo punto uno non si fida più, ma non riguarda solo le pensioni. Magari riguardasse solo quello …


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